Ci risiamo, ancora polemiche per i limiti d’ordine nella gastronomia. Questa volta, però, non riguarda un ristorante bensì una compagnia aerea: Ryanair, tra le più economiche e scelte in tutto il mondo. Secondo l’amministratore delegato, i passeggeri degli aerei dovrebbero limitarsi a due drink a testa negli aeroporti. La questione ha fatto immediatamente discutere eppure non siamo sicuri che le persone abbiano compreso davvero le ragioni di tale esternazione. Perché, di fatto, la proposta non ha a che fare con l’economia, né tantomeno con la morale.
Non più di due drink alcolici, se voli con Ryanair
In realtà l’amministratore delegato di Ryanair Michael O’Leary ha parlato in generale, senza riferirsi prettamente alla propria compagnia. Il suo ragionamento potrebbe sembrare “da tirchio”, esattamente come sembra tale la scelta della ristoratrice ligure che ha imposto un minimo d’ordine per ogni cliente. Se, per lei, vincolare a minimo due portate pro capite è una questione di qualità e risparmio/guadagno, per O’Leary c’è di mezzo la sicurezza sull’aereo.
Come è possibile leggere sul Daily Telegraph, l’amministratore ha dichiarato che ogni settimana si verificano atteggiamenti violenti (“violent outbursts”) proprio a causa dell’alcol, soprattutto quando è mescolato con altre sostanze. Non fa riferimento a quali, ma si presuppone che nel mucchio delle probabilità possano esserci anche dormiferi assunti da chi teme il volo. E i membri dell’equipaggio possono confermare, testimoniando un cambiamento di abitudini dei passeggeri: “in passato, le persone che bevevano troppo finivano per cadere o addormentarsi. Ma ora anche questi passeggeri assumono compresse e polvere. Il problema è il mix, che provoca un comportamento molto più aggressivo ben difficile da gestire.”
Turismo dalla Grecia e Ibiza: il più problematico
L’amministratore delegato di Ryanair continua chiedendosi come mai la legge “non permette alle persone di guidare in stato di ebbrezza, eppure continuiamo a farle salire sugli aerei“. Effettivamente. Se una volta a bordo è possibile limitare l’assunzione di alcolici da parte dei passeggeri, finchè questi sono in aeroporto è molto difficile individuarli prima dell’imbarco.
O’Leary racconta: “finché riescono ad alzarsi e trascinarsi, riusciranno a passare. Poi, quando l’aereo decolla, vedremo il comportamento scorretto”, ha detto. Le due mete che, a detta di O’Leary, danno maggiori problemi da questo punto di vista sono le “party destinations“: Ibiza e isole Greche. Quindi, quali sono le proposte? Controllare tramite un limite sul consumo e, inoltre, applicare sanzioni come multe, rifiuto di imbarco o carcere fino a due anni. Prevenire tuttavia è meglio di curare, ecco perché si auspica la “collaborazione con gli aeroporti, le compagnie aeree e le autorità preposte al rilascio delle licenze“.