Se da qui a breve la considerazione della Calabria come destinazione turistica, culturale ed enogastronomica verrà profondamente modificata, un evento come il Bob Festival appena passato avrà sicuramente la sua parte di merito. Un incontro giunto alla sua terza edizione e che quest’anno sembra aver voluto dare un deciso cambio di passo, merito dell’incessante lavoro di Roberto Davanzo e Anna Rotella, patron-pizzaiolo e responsabile di sala di quel BOB Alchimia a Spicchi che ha ormai messo Montepaone sulla mappa gourmet, ma la coppia ha evidentemente altre e più alte ambizioni: farsi promotrice di una new wave calabrese che sconfigga gli stereotipi diventando punto di incontro di professionisti della ristorazione, e facendo di tutto questo ideale supporto per un’attività benefica, devolvendo il ricavato alla Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro.
Gli ospiti e le attività
BOB Fest ha fatto parte del festival Armonie d’Arte ed è stato ospitato dal Museo e Parco Archeologico Nazionale di Scolacium a Borgia, pur in un formato itinerante che l’ha portato anche a Curinga, nella Tenuta delle Grazie dove si è svolto l’evento di galà. Molti i talk e le opportunità di incontro e confronto tra più di centocinquanta tra cuochi, pizzaioli, pasticceri, bartender e produttori che hanno dimostrato grande lungimiranza e coesione. Oltre all’agguerrita formazione locale con nomi come Riccardo Sculli del Gambero Rosso di Marina di Gioiosa Ionica, e gli stellati Nino Rossi del Qafiz, Antonio Biafora del ristorante Hyle di Torre Garga, Luca Abbruzzino e Luigi Lepore, non sono mancati ospiti d’eccezione come Alfio Ghezzi, Nino di Costanzo, Gianfranco Pascucci o Roy Caceres, rockstar della pizza come Gabriele Bonci o Pierdaniele Seu, un pezzo di storia della pasticceria come Gino Fabbri e una rappresentanza di più di trenta vignaioli della regione.
Abbiamo partecipato come media partner sia in veste di Dissapore che di Garage Pizza, e la sensazione è stata quella di non aver partecipato alla solita passerella di nomi più o meno noti con conseguenti mangiate e bevute, ma di aver vissuto il momento in cui qualcosa di più grande della somma delle sue parti ha preso le mosse. Visto il successo di questa edizione è legittimo avere aspettative già altissime per l’anno prossimo, ma non sarà necessario così tanto per vedere già i risultati di questa attività nella scena gastronomica calabrese. Un’unità d’intenti che la ristorazione italiana tutta dovrebbe prendere a esempio.