Una brusca frenata sulla promozione e sulla distribuzione delle bevande alcoliche, evidentemente seguendo la scia che, nel contesto europeo, l’Irlanda traccia ormai già da un anno a questa parte grazie all’introduzione di etichette che informano il consumatore circa le conseguenze negative del consumo di alcolici. Badate bene, però – se l’esempio irlandese è forse il più altisonante (e certamente il più discusso: ricorderete che Italia, Spagna e Francia si allearono in un granitico blocco di opposizione) caso europeo, vale la pena notare che questa stagione di semafori arancioni è forte anche nel resto del mondo, dal Canada fino al Giappone: la scelta del Belgio di “unirsi”, in altre parole, non sorprende in senso lato, ma incuriosisce per il suo carattere nettamente più deciso.
Stando a quanto lasciato trapelare dai colleghi di WineNews, infatti, pare che il Belgio abbia notificato il 19 gennaio scorso alla Commissione europea il cosiddetto “Regio decreto sulla pubblicità delle bevande contenenti alcool (2024/0032/BE)”, che consisterebbe in uno stop secco alla pubblicità di alcolici su tutti i mezzi di comunicazione e programmi rivolti principalmente ai minorenni e alla distribuzione gratuita a fini promozionali o nei ricevimenti. Misure, capirete bene, decisamente più forti delle sopracitate etichette irlandesi.
Dalla promozione ai ricevimenti: tutti i dettagli del piano belga
Occupiamoci, dunque, di mettere qualche puntino sulle i: l’idea delle autorità governative è di fatto quella di vietare la pubblicità di bevande alcoliche (da intendersi, è giusto notarlo, come quelle con una percentuale di alcol superiore allo 0,5%) nei cinque minuti precedenti e successivi a un programma che individua nei minori di 18 anni il suo pubblico principale, così come a film, giornali, periodici e altri mezzi di comunicazione fisico o digitale.
I nostri lettori più attenti noteranno che l’idea, in questi termini, è di fatto paragonabile a una seconda proposta proveniente da terra irlandese – lo stop alle pubblicità televisive a partire dalle tre del mattino e fino alle 21. Nella fattispecie belga, però, è bene notare che le pubblicità “rimanenti” saranno per di più accompagnate da un messaggio di avvertenza sanitaria il cui contenuto obbligatorio sarà individuato dallo stesso Ministero della Salute.
La seconda area di azione, dicevamo, riguarda invece il divieto “di distribuzione gratuita delle bevande alcoliche”, che così formulata lascia intendere un potenziale semaforo rosso alle forniture di beneficienza, all’invio di campioni commerciali e persino ai ricevimenti.
La proposta, tanto per la sua severità che per la sua formulazione, sta facendo discutere. A muovere il fronte del dissenso è, per esempio, la definizione troppo ampia del concetto di pubblicità, che andrebbe a penalizzare anche “l’apposizione di un marchio o di un logo” rendendo il campo di applicazione della norma pressoché sconfinato; o ancora alla potenziale creazione di difficoltà di ordine tecnico e logistico per il commercio di alcol, con le aziende che si troverebbero costrette a produrre materiale comunicativo sagomato sulla misura delle nove norme. Staremo a vedere: le acque sono evidentemente agitate.