Tra dicembre 2023 e gennaio 2024 l’associazione Essere Animali ha valutato 603 confezioni di petto di pollo da allevamento convenzionale a marchio Lidl in 38 punti vendita da Torino a Bari, e i risultati sembrano impietosi: il 90% è risultato affetto da white striping, una malattia sintomo di scarso benessere animale e di bassa qualità, una condizione in antitesi con i vari claim sul presenti sulle etichette come “prodotto certificato”, “filiera controllata”, “uso di luce naturale”, “arricchimenti ambientali per favorire comportamenti naturali”.
Cos’è il White Striping
Il white striping è una miopatia muscolare caratterizzata dalla presenza di striature bianche che corrono parallele alle fibre, e gli studi hanno dimostrato un legame tra questo disturbo e l’aumento del tasso di crescita dei polli. La spiegazione più probabile è che le striature del white striping compaiono perché la crescita fisiologica del resto del corpo non riesce a tenere il passo con quella, innaturale ed eccessivamente rapida, dei muscoli.
Quando questo succede, il posto delle fibre muscolari morte viene occupato e riempito da tessuto fibroso e grasso (le striature bianche), ben visibili ad occhio nudo anche se a vari livelli di gravità. La qualità della carne è ovviamente inficiata da questa patologia, con studi che evidenziano un aumento del contenuto di grassi del 224%, una diminuzione delle proteine del 9% e un aumento del collagene del 10%, e una ridotta capacità di trattenere i liquidi risultante in un prodotto decisamente più asciutto.
Le contraddizioni di Lidl
Sempre secondo l’associazione, i report di sostenibilità diffusi dalla catena di discount tedeschi appaiono come documenti ricchi di contraddizioni e con pochissima concretezza. L’ultimo, pubblicato a fine 2023 e riferito al periodo 2021-2022, non sembra evidenziare alcun interesse nei confronti del benessere animale, pur evidenziando l’attenzione del pubblico sul tema, citando anche una ricerca da cui emerge che il 90% degli italiani ritiene cha la GDO debba fare di più per promuovere la sostenibilità. Nel report si fa riferimento all’impegno di Lidl a favore di clima, biodiversità e risorse naturali, ma tra i prodotti “responsabili” si parla solo di uova e pesce, e sul benessere dei polli in batteria si accenna solo nei progetti futuro con frasi ritenute troppo vaghe, senza un’idea di quali dovrebbero essere gli standard né le tempistiche per implementarli.