Ve la potremmo riassumere in poche righe – l’occasione di fare incetta delle iconiche polpette scandinave senza doversi trascinare dietro comodini e il nuovo letto e chissà che altro. Letteralmente. IKEA apre un ristorante a Londra, nella King Street del quartiere di Hammersmith, epicentro dello shopping d’Oltremanica.
Pensare alle polpette, dicevamo, è inevitabile: le gite all’IKEA, oltre a rivelarsi un buco nero che assorbe l’intera domenica, sono da considerarsi incomplete senza nemmeno un assaggio. E il colosso svedese, sia chiaro, è ben consapevole della loro popolarità: pensiamo a quando lanciò la versione extra large, con sfere di carne “grosse come un tacchino”. Per quanto iconiche, tuttavia, viene difficile da pensare che siano le uniche voci del menu di un ristorante: che si mangia, dunque, nel primo ristorante di casa IKEA?
Il menu del primo ristorante IKEA (e la sua scelta controversa)
Il taglio del nastro è datato 31 ottobre 2024, e come già accennato si tratta, di fatto, del primo ristorante indipendente del marchio. Una piccola curiosità: sorge ad appena una manciata di passi da un punto vendita tradizionale. Sapete, nel caso in cui il pasto dovesse farvi venire nostalgia del giretto mangia-pomeriggi per un dedalo di mobili scandinavi. Ma non divaghiamo.
Il ristorante può ospitare un totale di 75 persone e offre una cucina che non si discosta troppo da quella tipica dei punti vendita più tradizionali: pasta al pomodoro e basilico, fish and chips, salmone e cous cous, due opzioni per la colazione calda. Oh, e naturalmente le polpette con purè di patate e piselli. E i prezzi?
Pasta al pomodoro: 2 sterline e 95 centesimi. Otto polpette, con il contorno di cui sopra: 5 sterline e 50. Difficile trovare di meglio, specialmente nel contesto londinese. C’è però una scelta particolare che ci fa pensare a un’occasione persa.
Il ristorante non ha una licenza per vendere alcolici e attualmente non ha intenzione di richiederne una, spiegano le fonti d’Oltremanica. Che per carità, è vero che le bevande analcoliche stanno andando sempre più forte – persino i Tedeschi bevono sempre meno birra tradizionale, mentre le vendite delle 0.0% raddoppiano -, ma precludersi del tutto la possibilità di vendere alcolici è certamente una scelta interessante.