Ibrahimović questa volta l’ha combinata grossa: è andato a cena al ristorante stellato “Tano Passami l’Olio” di Milano, in piena zona rossa. E, oltre al danno, pure la beffa: il calciatore del Milan è anche il testimonial della Lombardia per la lotta contro il Coronavirus (essendo stato lui stesso positivo qualche mese fa).
Tutto è accaduto domenica 11 aprile, quando la Lombardia era ancora in zona rossa. Secondo quanto dichiarato dallo stesso Tano Simonato, proprietario del ristorante, in barba a tutte le norme e restrizioni anti Covid-19 (quelle che vietano di aprire al pubblico ristoranti e bar e di servirli all’interno) e al suo ruolo di testimonial, in perfetta osservanza del detto “predicare bene e razzolare male”, ecco che Zlatan Ibrahimović si è fatto aprire il ristorante in questione, con un conto da 300 euro a testa.
E pensare che il ristorante, aderente all’iniziativa IoApro (a proposito: state seguendo quanto sta accadendo con la manifestazione a Roma?), da gennaio, ha i dipendenti in cassa integrazione a causa delle difficoltà economiche.
Una fonte, che ha chiesto di rimanere anonima, ha rivelato a Fanpage.it che il calciatore si è fatto aprire il ristorante insieme ad altre persone, per poi sedersi ai tavoli a bere del vino. La fonte ha mandato anche delle foto nelle quali si vede Ibra seduto al tavolo. Fra i presenti, poi, oltre a lui, c’erano lo chef Simonato e Ignazio Abate, ex calciatore rossonero.
Peccato che nessuna di queste persone dovesse trovarsi lì, stando alle regole della zona rossa. Fanpage.it ha poi chiamato al telefono lo chef Simonato, il quale ha confermato tutto. Simonato si è giustificato sostenendo che Ibra, Ignazio e un altro amico erano andati a trovarlo: sono stati insieme un paio d’ore e poi sono tornati a casa.
Simonato, però, ha negato che Ibra abbia pranzato: si è trattato di una bevuta fra amici, cose normali da farsi (anche se, in una delle foto, vicino a Ibra, accanto al cellulare, è ben visibile una posata). I giornalisti gli hanno, però, fatto notare che il suo ristorante doveva comunque essere chiuso per via delle norme anti Coronavirus (ci sarebbe anche da aggiungere il fatto che, in zona rossa, sia vietato andare a trovare amici, ma lasciamo stare). Ecco che, allora, Simonato, ha protestato con i giornalisti dicendo “Ma quale cazzo di pandemia, ma la smettete di rompere i cog… con sta pandemia?”. In effetti, le posizioni di chef Simonato contro la pandemia e l’uso della mascherina sono ben note da tempo.