Vero, alla fine i trattori – o chi li guida, a dire il vero – non hanno sfilato sul palco dell’Ariston. Al Bano, ne siamo certi, sarà stato dispiaciuto. Le ultime ore, tuttavia, si sono comunque rivelate particolarmente produttive per il fronte degli agricoltori: dopo quasi due ore di vertice a palazzo Montecitorio, infatti, la maggioranza ha infine trovato l’intesa sul taglio (o sull’esenzione in toto, come vedremo più avanti) dell’Irpef per gli agricoltori.
Ve la facciamo breve – la proposta di modifica prevede fondamentalmente l’esenzione del pagamento dell’Irpef per i redditi agrari e dominicali fino ai diecimila euro (una possibilità già ventilata da qualche giorno, a onore del vero) e soprattutto la riduzione del 50% dell’imposta sui redditi per quanto concerne i redditi compresi tra i dieci e i quindicimila euro. Un risultato che potrebbe essere inteso come figlio di una solida compattezza nelle figlie della maggioranza ma che, al netto di alcune dichiarazioni, fa invece intravedere tensioni sempre più palpitanti.
Taglio dell’Irpef per gli agricoltori: tutti i dettagli
È bene notare che il dimezzamento – o esclusione, beninteso – dall’Irpef non è di fatto il primo risultato maturato dalla cosiddetta protesta dei trattori: allargando lo sguardo a includere il quadro comunitario, infatti, vale la pena ricordare che Bruxelles avrebbe già cancellato le richieste di riduzione delle emissioni agricole, compiacendo – con ogni probabilità – anche e soprattutto la premier Giorgia Meloni, aspra critica delle richieste di sostenibilità comunitarie.
Un punto di vista che a onore del vero ha trovato una piena risonanza nelle dichiarazioni della stessa premier al termine del vertice di maggioranza in questione: “Contiamo di fare la differenza contro quella che dicevano essere la transizione ecologica e invece era transizione ideologica” ha infatti commentato Meloni nel dare l’appuntamento agli agricoltori alle Europee.
In riferimento al taglio dell’Irpef, Meloni ha invece espresso soddisfazione nel vedere una “maggioranza compatta” nonostante le “sfumature diverse”. Stando a quanto riportato dai colleghi dell’ANSA, tuttavia, è bene notare che nelle ore precedenti all’annuncio la Lega avrebbe tentato di alzare ancora l’asticella proponendo si istituire la soglia di esenzione dall’Irpef agricola fino ai redditi da 30 mila euro.
Una corrente che lascia intendere una certa frizione, esacerbata dal fatto che lo stesso Matteo Salvini, durante la riunione di maggioranza, abbia convocato il suo partito lasciando trapelare una nota più che eloquente: “incrementare esenzione Irpef”.
Al netto del gioco politico, il fronte degli agricoltori si è comunque detto pronto a smobilitare la protesta: Maurizio Senigagliesi, portavoce di Riscatto agricolo, ha promesso che l’uscita dei trattori avverrà “nel giro di due o tre giorni”; anche se l’ala più intransigente del movimento ha confermato la manifestazione con 20 mila persone e mezzi agricoli al Circo Massimo per giovedì alle 15.
L’impressione è che il taglio all’Irpef, per quanto possa piacere e compiacere, non sia che un contentino che troverà la sua declinazione nel breve (o brevissimo) termine: al netto di slogan e tentativi di manipolazione, è bene ricordare che la protesta dei trattori rimane la più chiara rappresentazione del complesso profilo del futuro alimentare, costretto a trovare un equilibrio tra le logiche del mercato e la sempre più pressante questione ambientale.