Il conto alla rovescia per il D-Day segna un eloquente zero: nella giornata di oggi, lunedì 26 febbraio, i ministri dell’Agricoltura europei sono chiamati al confronto nel cuore di Bruxelles. Un incontro che, tanto in termini prettamente pratici quanto simbolici, rappresenta una potenziale pietra angolare nel contesto della cosiddetta protesta dei trattori. E i trattori, naturalmente, non mancano all’appello.
Il rombo della marcia degli agricoltori ha riempito le strade della capitale belga fin dalle prime luci dell’alba: stando a quanto riportato i trattori avrebbero in particolare intasato la rete stradale in prossimità del quartiere europeo, dove come accennato si tiene la riunione dei ministri dell’Agricoltura dei 27. Il bilancio, al momento, è di una paralisi radicale e carica di tensione: bloccata la rue de la Loi, che porta all’Europa Building; chiusi i tunnel Reyers-Centre, Tervueren, Cinquantenaire e Loi; ferme le metro Schuman e Maelbeek.
La protesta dei trattori per le strade di Bruxelles e il Consiglio Agricoltura
Quella in corso non è la prima incursione dei trattori a Bruxelles: a inizio mese, quando il malcontento degli agricoltori già traboccava abbondantemente dai margini, la protesta imperversò per le vie della capitale belga sfociando anche e soprattutto in atti di vandalismo verso le statue del Parlamento europeo.
A muovere le ruote dei trattori c’è una preoccupazione per il futuro, da interpretare in primis in chiave economica, figlia di problematiche numerose e complesse, che spaziano dalla riduzione dei sussidi in un momento di evidente difficoltà economica alle politiche ambientali che, secondo la spietatezza del mercato, potrebbero favorire importazioni da paesi con norme meno severe con cui è impossibile competere.
La protesta degli agricoltori, complicata ma comunque, nel modo in cui si presta alla manipolazione, fragile, si è declinata in richieste anche irragionevoli (difficile definire altrimenti chi pretende di accedere ai fondi pur rifiutandosi di osservare le regole) che le autorità europee hanno già in parte accolto: si ricorda, ad esempio, l’introduzione di nuove deroghe agli obblighi per ottenere i fondi Ue e soprattutto la cancellazione delle richieste di riduzione delle emissioni agricole.
Nonostante tale concessioni, la protesta dei trattori continua a imperversare: d’altronde, come accennato in apertura di articolo, l’idea è evidentemente quella di manifestare in concomitanza con il Consiglio Agricoltura che nelle prossime ore esaminerà la proposte della Commissione europea per alleggerire gli oneri fiscali e burocratici a carico della categoria.
L’obiettivo degli agricoltori è quello di far giungere la propria voce (e i propri trattori) fino alla sede del Consiglio: le forze dell’ordine, nel frattempo, hanno blindato la zona nel tentativo di minimizzare la concretizzazione delle pulsioni più aggressive.