I satelliti mostrano un’enorme attività di pesca “nascosta”: cosa significa per i mari?

A quanto pare i satelliti hanno svelato gli altarini della pesca: la maggior parte delle attività di pesca a livello mondiale avvengono di "nascosto", lontano dagli occhi del pubblico

I satelliti mostrano un’enorme attività di pesca “nascosta”: cosa significa per i mari?

Nulla sfugge allo sguardo dei satelliti che orbitano intorno alla Terra. No, di sicuro non stanno controllando (e siamo abbastanza sicuri che neanche gli interessi) su quali siti stia navigando fragolina84 di Twitter, ops, di X adesso. Però possono facilmente notare quali siano le reali attività di pesca a livello mondiale. Sembra, infatti, che il 75% delle attività industriali mondiali di pesca avvenga in maniera nascosta al pubblico.

Dove si nascondono le navi da pesca industriali?

peschereccio

Un team di ricerca guidato da Global Fishing Watch, esaminando delle immagini satelitari risalenti al periodo fra il 2017 e il 2021 e incrociandole con i dati di GPS delle navi, sfruttando anche dei software di apprendimento automatico, è riuscito a creare una mappa mondiale del traffico delle grandi navi (lo studio è stato pubblicato su Nature e la mappa è stata resa pubblica).

Sono così saltate fuori un sacco di navi definite “oscure”, cioè navi che, chissà perché, non comparivano nei sistemi di monitoraggio ufficiale. Il traffico navale, che contribuisce anche ai cambiamenti climatici, è dunque più ampio e intenso di quanto non appaia a prima vista sui monitor ufficiali.

Paul Woods di Global Fishing Watch ha spiegato che tenendo traccia delle attività di queste “flotte oscure”, si possono avere maggiori dati sia per quanto riguarda la pesca illegale (effettivamente, se tali navi si sottraggono alla vista dei canali ufficiali, un motivo ci sarà pure), sia per quanto riguarda l’impatto di tali attività sugli ecosistemi marini e oceanici.

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I dati del team parlano chiaro: il 75% delle navi da pesca industriali del mondo e più del 25% delle navi da trasporto e per l’energia non sono tenute sotto controllo, almeno, non pubblicamente. Il che crea ovviamente problemi per quanto riguarda la gestione delle risorse naturali e delle aree marine protette.

La gran parte di questi pescherecci industriali “fantasma” non monitorati si trova in Africa e nell’Asia meridionale. Ovviamente i ricercatori ammettono che potrebbero esserci dei motivi plausibili e legali per cui una nave del genere potrebbe non comparire in un sistema di monitoraggio pubblico. Tuttavia è indubbio che, molte delle navi “fantasma” del genere, si dedicano alla pesca illegale.

La ricerca ha anche notato come, durante la pandemia da Covid-19, le attività di pesca siano diminuite del 12% a livello mondiale. Per contro, però, sono aumentate le trivellazioni petrolifere e il numero di turbine eoliche, anche se le attività delle navi da trasporto e di quelle energetiche sono più o meno rimaste le stesse.

Fernando Paolo, co-autore dello studio e ingegnere senior di machine learning presso il Global Fishing Watch, ha poi aggiunto che le attività delle navi solitamente sono scarsamente documentate, il che limita di parecchio la comprensione di come l’oceano, in questo caso considerato come una grande risorsa pubblica, venga utilizzato. Tuttavia queste nuove tecnologie permettono di scoprire anche questi altarini.