Potremmo lanciarci in lunghi discorsi sull’etica, ma la verità è che eliminati i dettagli non rimane che una quesitone di sopravvivenza – tanto da una parte quanto dall’altra. Stringere la cinghia è diventato, da un paio di anni a questa parte, una regola intoccabile più per necessità che per convinzione; e le conseguenze si sono abbattute anche (e soprattutto) sul settore della ristorazione. Il risultato? Con i prezzi dei ristoranti in netto aumento (vuoi per le materie prime più care, vuoi per le bollette impazzite, vuoi per l’inflazione) i clienti sono sempre meno propensi alla seconda, alla terza o alla quarta visita.
Prezzi e fedeltà: il problema dei ristoranti
Questione di sopravvivenza, dicevamo dunque – tanto da una parte quanto dall’altra. Numeri alla mano, secondo un recente sondaggio effettuato da NielsenIQ, più di un terzo (il 37%, a essere precisi) dei consumatori del Regno Unito ha dichiarato che sono meno propensi a tornare in un ristorante dopo avere notato un aumento di prezzi.
Fiducia infranta, diranno i più romantici; portafoglio che piange, diranno invece i più pratici. Il sondaggio in questione ha coinvolto oltre cinquemila adulti e concluso che l’aumento dei prezzi è il secondo fattore complessivo nel ridurre la fedeltà dei potenziali clienti (il primo rimane l’aver avuto numerose esperienze negative, e giustamente); seguito poi dal sentimento di non avere trovato un buon rapporto tra qualità e prezzo.
Più della metà (52%) degli intervistati ha anche affermato di avere ora aspettative più elevate nei confronti dei marchi di ospitalità a cui sono fedeli a causa della crisi del costo della vita. D’altro canto, è difficile per ristoranti e bar e pub sottrarsi alla dura dittatura del numero: l’istinto comune può fare pensare che mangiare del cibo debba avere un prezzo se non basso quanto meno giusto, ma è bene ricordare che fare quadrare i conti è la prima regola di ogni azienda – comprese quelle della ristorazione, che occupano uno spazio concettuale senz’altro scomodo.
Potrebbe essere interessante, in questo senso, la lettura proposta da Olivia FitzGerald, responsabile marketing di Zonal: “Con oltre la metà dei consumatori che afferma che i programmi fedeltà rappresentano un buon rapporto qualità-prezzo, gli operatori trarrebbero vantaggio dal riflettere attentamente su come progettare programmi fedeltà che mettono in risalto grandi esperienze a ottimi prezzi” ha spiegato. “Avere uno strumento di fidelizzazione digitale rende facile per gli operatori controllare ratei, premi e riscatti, anche per programmi completamente personalizzati. Tutto ciò contribuisce a fornire quelle esperienze eccezionali che i clienti si aspettano, incoraggiandoli a tornare più e più volte”.