I prezzi del caffè sono ai massimi storici: indovinate di chi è la colpa?

I future di Arabica e Robusta si mantengono ai livelli più elevati di sempre: le previsioni del meteo indicano nuovi aumenti ai prezzi del caffè.

I prezzi del caffè sono ai massimi storici: indovinate di chi è la colpa?

Siamo onesti: è difficile parlare di fulmine a ciel sereno. Appena una manciata di giorni fa Cristina Scocchia, amministratore delegato di Illy, parlava di un mercato “molto volatile” e attraversato da “un trend rialzista senza precedenti”, paventando il prezzo di due euro per una tazzina di caffè al bar. Ecco: le più recenti quotazioni, gonfie fino a raggiungere i massimi storici, non fanno che confermare tale timore.

Le previsioni del meteo, in altre parole, indicano nuovi aumenti di prezzo. “Previsioni meteo”, già: termine scelto non certo a caso. Sorpresi? Ma dai. Credevate forse che ai rincari corrispondesse uno speculare aumento di qualità, o un collettivo stop allo sfruttamento?

Le previsioni sui nuovi prezzi, numeri alla mano

caffè

Sono due le cause individuate da Scocchia per spiegare gli aumenti di prezzo – le difficoltà logistiche, con i problemi al canale di Suez che vanno a esacerbare la situazione facendo lievitare i costi e allungare i tempi; e il clima, la vera variabile regina. Numeri alla mano le quotazioni della materia prima sui mercati internazionali sono, come accennato, ai massimi di sempre: i future a tre mesi della qualità Robusta si mantengono a 4.820 dollari alla tonnellata; mentre l’Arabica è a 5.700 dollari alla tonnellata.

È ora di scrivere sull’etichetta del caffè cosa stiamo comprando È ora di scrivere sull’etichetta del caffè cosa stiamo comprando

A fare gonfiare la quotazioni, dicevamo, è la variabile climatica. Il Brasile, Paese responsabile del 70% delle forniture di caffè a livello globale, si è trovato prima prigioniero del cappio della siccità e poi di una intensa e improvvisa ondata di gelo, calata come una sentenza in un momento cruciale per il ciclo vegetativo delle piante.

C’è timore, in altre parole: timore che i rubinetti si facciano avari, o che l’offerta sia carente. Vale poi la pena sottolineare che, alla crisi dei raccolti, va sommata una impennata nella domanda dei chicchi; con i consumatori cinesi che chiedono sempre più polvere di caffè. Tante bocche da accontentare, e la paura che i chicchi non siano sufficienti per farlo. E l’Italia, in tutto questo?

Beh, lo Stivale è di fatto il sesto consumatore di caffè al mondo. Stando a quanto lasciato trapelare i più recenti aumenti delle quotazioni non dovrebbero immediatamente ripercuotersi sui consumatori finali, ma se Arabica e Robusta dovessero invece mantenersi su prezzi particolarmente elevati sarà pressoché inevitabile vedere la proverbiale tazzina al bar raggiungere i due euro.