I nostri formaggi sono finiti al centro di una guerra economica con la Cina

Cos'hanno in comune e-car e formaggio? La guerra dei dazi tra Cina e UE, che mette in mezzo anche l'Italia.

I nostri formaggi sono finiti al centro di una guerra economica con la Cina

Ci mettete i dazi sulle auto elettriche? Bene, noi vi banniamo il formaggio. Questa la ritorsione del governo cinese in risposta alla decisione fissata martedì scorso a Bruxelles in sede di Commissione europea. Dopo neanche 24 ore Pechino ha avviato un’indagine anti-sussidi sui prodotti lattiero-caseari importati dall’Unione Europea, focalizzandosi soprattutto su formaggi freschi, erborinati, cagliata, lavorati di latte e panna. E in mezzo ci siamo finiti noi: perché nell’inchiesta c’è anche l’Italia.

UE vs e-car cinesi

auto-elettrica

L’Unione Europea ha finalizzato la decisione sull’aumento i dazi sulle e-car prodotte in Cina al fine di compensare gli aiuti di stato ricevuti dai marchi mandarini. Una decisione che a Bruxelles aleggiava da almeno un mese, e con essa la reazione da parte della Cina. Perché già a luglio, quando i dazi erano provvisori, in Unione Europea erano stati immatricolati il 45% in meno dei veicoli elettrici made in China. E che questa settimana hanno causato perdite dallo 0,05 al 2% dei titoli quotati a Hong Kong, Shanghai, Shenzen.

Secondo Pechino si tratta di “protezionismo”, e il suo Ministero del Commercio parla di “concorrenza sleale in nome della concorrenza leale”. Non c’è benzina, ma il fatto brucia ancora di più: perché pare che a Tesla sia stato dato un trattamento preferenziale. Per le auto di Elon Musk prodotte in Cina infatti le tariffe d’importazione sono state abbassate fino al 9% rispetto al 20,8% precedente. Un affronto per cui Pechino assicura di adottare “tutte le misure necessarie per difendere in modo risoluto i diritti e interessi legittimi” delle sue imprese. E la China Association of Automobile Manufacturer (CAAM) dichiara, lapidaria, “enormi rischi e incertezze” sui futuri investimenti in UE.

Cina vs formaggi UE

formaggio

A cosa ci si attacca per lamentarsi? Ognuno di noi può fare lo sciopero della fame ad esempio. La Cina invece sceglie di rinunciare al formaggio, perlomeno a quello europeo. La ritorsione di Pechino arriva sotto forma di investigazione anti-sussidi su formaggi e latticini nostrani da parte della China Dairy Association e della China Dairy Industry. L’inchiesta riguarderà da una parte l’esame dei regimi di sussidi della Politica Agricola Comunitaria (PAC) varati a fine marzo 2024: dall’altra, gli eventuali danni subiti dall’industria casearia cinese nel periodo 2020-2024. Il fine, ovviamente, è quello di aumentare i dazi di importazione: della serie, dente per dente.

Dopo la Nuova Zelanda, l’UE è il secondo fornitore di prodotti lattiero-caseari per la Cina. Un giro d’affari che sfiora gli 1,7 miliardi di euro, pari al 9,5% delle esportazioni totali. L’esame riguarderà in particolare i piani di sussidio nazionali di Irlanda, Austria, Belgio, Croazia, Finlandia, Romania, Repubblica Ceca. Nella lista c’è anche lItalia. Nel mirino dei funzionari cinesi in particolare i formaggi freschi ed erborinati: aspettiamoci dunque perdite nel mercato di mozzarella, gorgonzola, burrata e stracciatella.