I grandi classici della letteratura sulle confezioni di cibo: l’idea dei supermercati Bennet

In Italia si legge poca letteratura, ma tante etichette: da Bennet arriva l'idea per coniugare entrambe le cose e fare un po' di sano marketing.

I grandi classici della letteratura sulle confezioni di cibo: l’idea dei supermercati Bennet

In Italia si legge poco. Non si fa per dire: date un’occhiata ai dati disponibili sul web e ve ne renderete conto. Ma la catena di ipermercati Bennet ha escogitato una simpatica maniera per invogliare i consumatori a sfogliare più libri: stampare pagine di grandi classici sugli imballaggi alimentari perché quelli, nello Stivale, li leggiamo tantissimo. La trovata marketing ci invita a concentrarci di più sulla lettura, preferibilmente delle copertine vendute proprio nei punti vendita del supermercato. Vi raccontiamo di questi nuovi packaging “acculturati”.

Grandi classici su imballaggio

Nel nostro Paese si leggono pochissimi libri, ma siamo campioni mondiali di lettura di etichette. Dati recenti indicano che circa il 94% di noi consulta le informazioni riportate sui packaging alimentari e il 42% dei consumatori lo fa per tutti i prodotti che acquista o quasi. Non saremo colti in letteratura, ma almeno siamo gastro-coscienti (o almeno ci piace pensarlo).

Ma i latini, che la sapevano lunga, dicevano mens sana in corpore sano; in altre parole, non possiamo saperne a pacchi di valori nutrizionali e non aver mai aperto una pagina di Umberto Eco (o di chi vi pare e piace). Questo non ve lo ricordiamo noi, ma Bennet, la catena di ipermercati del Nord Italia che si è inventata una nuova campagna marketing tutta incentrata su questo tema. Si chiama Good to read packs, “imballaggi buoni da leggere”.

Più della metà degli imballaggi alimentari in plastica non serve: lo studio Più della metà degli imballaggi alimentari in plastica non serve: lo studio

Il brand ha pensato bene di individuare alcuni prodotti di base – latte, riso, fagioli – e creare imballaggi bicromatici di impatto (pastello + scritta nera) su cui sono presenti sì le informazioni nutrizionali e obbligatorie, ma anche estratti letterari di grandi classici. Questi non sono scelti a caso, ma contengono sempre la parola che indica l’alimento in questione, che risalta per font e grandezza. Quindi, ad esempio, su una confezione azzurrina leggeremo: “Ero tutto latte e miele. Sul serio”, da Il giovane Holden di Salinger, mentre su un’altra verde chiaro troveremo: “Per riafferrare qualcosa di lei, andò a cercare nell’armadio a capo del letto una vecchia scatola di biscotti di Reims […]”, da Madame Bovary di Flaubert.

Non serve specificare che, oltre alle buone intenzioni, c’è il legittimo interesse di creare imballaggi di impatto, capaci di attirare i consumatori invitandoli a soffermarsi e magari ad acquistare il prodotto. Prodotto che tra l’altro rimanda ad altri articoli dell’ipermercato – indovinate un po’ quali? Esatto, proprio i libri. Un apposito codice QR sulla scatola permette infatti di risalire all’opera di cui si cita un estratto e di mettere anche quella in carrello per proseguire la lettura.