Se il 70% degli italiani fa colazione regolarmente, non è bassa la percentuale dei “breakfast skipper” ovvero coloro che saltano la colazione: i giovani tra gli 11 e i 19 anni. Cresce, invece, il fenomeno della doppia colazione per 8 milioni di persone: la prima a casa propria, la seconda al bar/a scuola/in ufficio. Quelli delineati sono due di moltissimi dati elaborati da Nielsen per Mulino Bianco, sulle abitudini alimentari degli italiani nelle prime ore del giorno.
Secondo la ricerca, l’85% di chi fa colazione ogni giorno fa un pasto completo con bevanda e cibo solido, dolce o salato che sia. Nel 2022, tuttavia, Nestlé aveva condotto un’indagine da cui risultava una netta preferenza per caffè, latte e biscotti.
La colazione degli italiani: i dati
Dalla ricerca emerge che i 35-55enni scelgono più spesso una bevanda calda, e che preferiscono prodotti healthy come biscotti free from, muesli, yogurt greco, bevande vegetali. Per i giovani tra 20 e 34 anni, la colazione si prepara in soli 5 minuti con un menu che varia spesso includendo anche la colazione salata.
La prima colazione è consumata prevalentemente seduti a tavola dall’84% degli italiani, in 5 massimo 10 minuti di tempo. Solo il 27% degli italiani dedica alla colazione oltre 10 minuti, mentre il 21% fa colazione in 2 minuti soltanto.
Colazione: chi nulla e chi troppo
La situazione è quella anticipata, ma entriamo nel dettaglio. In tanti la saltano, soprattutto i teenager: il 42% di loro per mancanza di appetito, il 39% di loro per mancanza di tempo, il 28% di loro perché è abituato così. Cresce la percentuale di chi fa una prima colazione a casa e poi ne consuma un’altra fuori casa, il 43% dei quali “per stare in compagnia“.
Quanto vale la colazione in Italia
La prima colazione consumata a casa vale 8 miliardi di euro, così suddivisi:
- il 46% riguarda il comparto dolce (dai biscotti alle brioches, passando per creme spalmabili, confetture, miele e yogurt);
- il 40% le bevande (latte, bevande vegetali, caffè, tè, infusi, tisane, succhi di frutta);
- il 6% il comparto salato (che include prodotti come pane fresco e confezionato, affettati, formaggi, uova);
- l’8% la frutta (fresca, secca, disidratata, puree)
In tutto ciò, inoltre, spiccano:
- latte per 1,6 miliardi di euro (nonostante ci sia meno latte nei supermercati, visto che le mucche sono accaldate e ne producono meno);
- caffè con un valore di 894 milioni;
- biscotti confezionati per 829 milioni;
- yogurt per un valore di 834 milioni;
- merendine confezionate per 593 milioni;
- frutta fresca con “soli” 479 milioni;
- cereali da colazione con 345 milioni