I formaggi “naturali” da provare ce li dice il Concorso caseario Pascolo e Alpeggio Italiano

La seconda edizione del Concorso Pascolo e Alpeggio Italiano è terminata: vediamo i vincitori di questa gara unica nel suo genere.

I formaggi “naturali” da provare ce li dice il Concorso caseario Pascolo e Alpeggio Italiano

Rigore, ma anche e soprattutto ambizione. Il Concorso caseario Pascolo e Alpeggio Italiano nacque un anno fa circa a Picinisco, piccolo borgo incastonato tra le montagne della Ciociaria, con l’obiettivo di valorizzare e premiare i formaggi del territorio nazionale, prodotti da aziende agricole o caseifici, che trasformano il latte munto da animali allevati allo stato brado o semibrado che si alimentano nei pascoli o negli alpeggi.

La pietra angolare è il latte crudo, in altre parole. Le norme operative sono semplici, ma severe: non si tollera alcun tipo di innesto (muffe negli erborinati comprese: accettate solamente quelle naturali), si escludono i formaggi affinati da affinatori, ammessi solo ed esclusivamente i formaggi da solo latte crudo di alpeggio/pascolo di pecora, capra, vacca oppure misto di due o tre tipologie di latte. Ebbene, la seconda edizione è appena terminata: diamo un’occhiata ai vincitori.

I vincitori del Concorso caseario Pascolo e Alpeggio Italiano

Concorso Pascolo e alpeggio (7)

Tre premi in palio, tre le giurie coinvolte – ONAF, composta da Maestri Assaggiatori; Esperti italiani e Giornalisti del settore, dov’eravamo presenti anche noi di Dissapore -, tutte declinate in un solo modus operandi: valutazione “alla cieca” senza conoscere nome e produttore, ma con piena consapevolezza della tipologia e del tempo di stagionatura dei singoli prodotti.

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La giuria ONAF ha assegnato il premio Pascolo e Alpeggio Italiano al Lentore (di latte ovino) del Caseifitziu Agriculu Mandrolisai di Sanna Gerolano di Samugheo, Oristano. Seguono, rispettivamente al secondo e al terzo posto complessivo, il Pecorino San Leonardo (latte ovino) dell’Azienda Agricola Canu di Ittiri (Sassari) e il Caciofiore (ovino) dell’Azienda Agricola Oca Bianca di Genazzano (Roma).

Il premio Speciale Bufala, anch’esso assegnato dai Maestri Assaggiatori, è invece andato allo Stravecchio di bufala del Caseificio Aurora di Sant’Egidio del Monte Albino, in provincia di Salerno. 

Il premio Frasca di Legno, assegnato dalla critica, è invece andato allo Schiena d’Asino (latte vaccino) del Caseificio D&D S.A.S. di Calitri (Avellino), che si è distinto per “pasta compatta” e dall’ottima solubilità che “consente di apprezzarne sia l’aroma sia il sapore”.

Argento e bronzo per il Caciocavallo Irpino (latte vaccino), anch’esso prodotto dal Caseificio D&D; e per il Caciocavallo Semistagionato (latte vaccino) dell’Azienda casearia Mangiapane di Cammarata, in provincia di Agrigento.

Sul piatto non resta che il premio Speciale Stampa, conquistato ancora dal Lentore del Caseifitziu Agriculu Mandrolisai di Sanna Gerolano, già forte del primato riconosciuto dalla giuria ONAF. Il resto del podio è il medesimo a quello appena visto per il giudizio della critica: Caciocavallo Irpino del Caseificio D&D e Caciocavallo Semistagionato dell’Azienda casearia Mangiapane di Cammarata.