I food trends ufficiali del 2025 porteranno qualche novità?

Le preferenze dei consumatori parlano chiaro: le tendenze gastronomiche del 2025 porteranno più trasparenza, sostenibilità, tecnologia, densità nutrizionale.

I food trends ufficiali del 2025 porteranno qualche novità?

Anche quest’anno, puntuali come Blue Monday e Dry January, arrivano i food trends del 2025. O meglio, le previsioni ufficiali di come e cosa mangeremo, in base a quali criteri, secondo quali valori. A raccontarceli è la ricerca di Mintel, istituto specializzato nell’analisi delle preferenze dei consumatori a livello globale. La notizia era aspettata, ma il punto è: quali sono (se ci sono) le novità?

Le previsioni

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Ormai le avrete lette un po’ dappertutto, dalla testata autorevole al Cioè dell’era digitale. Di tendenze sul cibo si parla di solito tra dicembre e gennaio, lanciandosi in supposizioni e presagi stile oroscopo. Allo stesso modo certe classifiche lasciano il tempo che trovano: bene, sappiate che non è questo il caso. Perché Mintel guarda direttamente al consumatore, a ciò che cerca, chiede, desidera. E di conseguenza a come l’industria e il marketing del cibo risponderanno, a breve e in tempo reale.

Dai dati collezionati su scala globale, Mintel ha delineato quattro punti chiave. Il concetto di “intrinsecamente nutriente” che dà priorità ad alimenti non processati e densi dal punto di vista nutrizionale. La cosiddetta “ribellione alle regole” che sfida cosa sia considerato accettabile in cucina, nella produzione del cibo, nell’uso e abbinamento degli ingredienti. La “reazione a catena” dell’impatto che la filiera ha sul piano economico, ambientale, sociale. Il “raccolto ibrido” che unisce pratiche agricole tradizionali a progresso in ambito tecnologico ed etico (si veda carne coltivata).

Le novità

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Ebbene, ogni tanto siamo sorpresi pure noi. Perché al posto di (o meglio, oltre a) concetti basici come la volontà di mangiare meglio e sano e magari dimagrirci pure (del resto, siamo nell’era Ozempic), viene fuori che al consumatore importa. Del sistema cibo e dell’ambiente che va a impattare, della sua provenienza, di filiera trasparente, di sostenibilità. Soprattutto, sembra emergere un senso sempre più urgente della distribuzione di responsabilità: dell’industria per prima, ma anche della tecnologia abbinata e degli interessi che ci stanno dietro.

Sembra esserci, almeno a parole, una presa di coscienza collettiva su cosa significa mangiare. Come dimostra Mintel, il fatto sembra essere più politico che mai. Poi certo, queste sono le tendenze dei consumatori in un mondo ideale: bisogna vedere come effettivamente risponde l’industria e gli attori (politici) che la governano. Finora Green Deal e politiche agricole (stendiamo un velo pietoso sull’Italia) non hanno funzionato granché. Riusciranno i food trends per il 2025, con tutte le aspettative e gli algoritmi annessi, a cambiare le cose?