I cartoni della pizza che cercano casa per i cani in adozione

Con un pizzico di ingegnosità e altruismo, anche un box della pizza può diventare un oggetto creativo, e funzionale.

I cartoni della pizza che cercano casa per i cani in adozione

Perché scegliere una trita e ritrita grafica con un pizzaiolo, quando si possono “decorare” i cartoni della pizza in modo molto più fantasioso – e, soprattutto, funzionale? È l’idea (non nuovissima, ma ci arriviamo tra un attimo) del ristorante-pizzeria Barbarossa Bistrot di Alessandria, che da febbraio ha iniziato a sfruttare i box delle pizze per una buona causa: condividere gli annunci dei cani in adozione nel vicino rifugio Cascina Rosa.

Cartoni per gli amici a quattro zampe

Cartone pizza cane Barbarossa bistrot

Da qualche anno i box per le pizze cambiano spesso faccia, diventando basi per giochi virtuali o supporti per aiutare a trovare lavoro. Un misto tra marketing e reale intento altruista, che ha spinto Eliana Amato, titolare del locale alessandrino Barbarossa, a lanciare il progetto “Adotta una coda”.

La patron racconta del suo amore per gli animali, da cui è sorta l’idea di sfruttare l’ampio spazio sui box da asporto per diffondere gli annunci dei cani in cerca di famiglia, aiutandoli a trovare casa. L’iniziativa, spiega, è stata resa possibile grazie alla collaborazione con il rifugio Cascina Rosa, che invia le foto e le informazioni sugli animali, e ad altri partner che permettono di creare i cartoni senza costi aggiuntivi per la grafica ad hoc.

Nove cartoni della pizza su dieci sono contaminati da Bisfenoli Nove cartoni della pizza su dieci sono contaminati da Bisfenoli

I box-bacheca non saranno parte di una campagna temporanea, ma verranno utilizzati finché la titolare non riuscirà a “tirar fuori dalla Cascina Rosa più cani possibili”. Il progetto non è nuovissimo, almeno non all’estero: iniziative simili sono state messe in atto in passato anche in una catena ungherese di pizza e in una pizzeria locale negli Stati Uniti.

Dalle pagine social di Barbarossa Bistrot, Amato invita altre attività alessandrine a unirsi al progetto, presentato anche a Genova, dove il Comune ha deciso di farlo suo. Tra gli altri fantasiosi utilizzi delle “copertine” della pizza visti in passato, ricordiamo anche quella non molto recente di Berberè, che sui cartoni aveva fatto stampare i numeri dei centri antiviolenza sulle donne.