C’è chi ha gli occhi pieni dei numeri da record messi a segno dall’olio di oliva, vittima di una produzione sempre più precaria e di una congiunzione climatica sempre più avversa; e chi invece ha notato che, numeri alla mano, il vero re dello scontrino extra large e primo nemico del portafoglio è in realtà lo zucchero. Con le brezze autunnali, tuttavia, ci sono alcuni nuovi, agguerriti sfidanti pronti a dire la loro nel toto rincari – i cachi, forti di un aumento di prezzo di addirittura il 30 per cento.
A onore del vero è bene notare che, secondo quanto emerso dagli ultimi rapporti redatti da Bmti, Borsa merci telematica italiana, in collaborazione con Italmercati e Unioncamere, un po’ tutto il paniere di frutta e verdura del periodo autunnale è stato colpito da forti – ma ormai non più sorprendenti, che ci stiamo facendo un po’ il callo – aumenti di prezzo, con una impennata media del 20%. A guidare la classifica, come abbiamo però accennato in apertura, sono soprattutto i cachi.
I numeri dietro i prezzi: che è successo ai cachi?
La risposta comincia a essere tanto scontata da essere quasi laconica – una crescita generalizzata e tendenzialmente senza sosta dei costi di produzione, impennatasi in particolare durante l’ultimo anno. È la formula di cui avrete senz’altro sentito parlare e probabilmente letto negli ultimi mesi – tasso di inflazione in crescita, bollette gonfiate fino a raggiungere importi tragicomici, prezzo di materiali e strumenti necessari alla produzione agricola in aumento – dalla benzina a quanto è necessario al packaging o alla logistica, che d’altro canto i cachi mica cadono dall’albero dritti sugli scaffali dei supermercati.
Il risultato, come accennato in apertura di articolo, è che i prezzi dei cachi sono cresciuti del 30%, un aumento record in un listino già di per sé tempestato da rincari e aumenti. I consumi, in ogni caso, sembrano tenere banco: “Cresce anche il consumo di castagne nonostante i rincari del 15%” si legge nel rapporto in questione. “Bene le mele con prezzi che vanno da 1,50 a 1,70 euro/Kg, ma non le pere dove le gelate primaverili in Emilia-Romagna, tagliano la produzione, hanno fatto lievitare i prezzi delle pere Abate che vanno da 2,50 a 3 euro/Kg. Prezzi in aumento anche per gli ortaggi di stagione, come il cavolfiore bianco che segna +25% rispetto al 2022”.
È bene notare, infine, che a oggi non sono ancora stati riscontrati particolari problemi dovuti al clima: considerando tuttavia che la violenza e l’imprevedibilità del cambiamento climatico è sempre più marcata, un’inversione di tendenza è decisamente plausibile.