Stessa (giovane) età, ma comunque più vecchi. No, non è una sorta di remake de Il curioso caso di Benjamin Button; né un indovinello della Sfinge: è, forse più banalmente, ciò che ci dice la scienza sui bambini affetti da obesità. Com’è possibile? Cerchiamo di farvela semplice e breve, cominciando con il spiegarvi che cosa sono i telomeri: immaginatevi delle specie di “protezioni” che coprono l’estremità dei cromosomi, impedendo così all’elica del DNA di lasciarsi andare e sfibrarsi.
Ecco: sapendo questo, è facile intuire che i telomeri giocano un ruolo importante nel determinare la vita (e lo stato di salute, più in generale) di ciascuna cellula del nostro corpo, e di conseguenza anche l’età biologica del nostro corpo. Bene, ora cominciano i problemi: i telomeri tendono ad accorciarsi, o a “consumarsi” se preferite, perdendo di fatto la loro funzione protettiva e “permettendo” al corpo di invecchiare; che d’altro canto proprio l’avanzare di età è la causa più comune per l’accorciamento dei telomeri. Un’altra, purtroppo, è l’obesità.
Bambini, sì, ma comunque “vecchi”
Da qui fare il proverbiale due più due è molto semplice – i bambini affetti da obesità sono più “vecchi” (le virgolette ci sembrano obbligatorie) dei loro coetanei senza disturbi di questo genere. Un punto estremamente rilevante per noi italiani, considerando che il nostro caro e vecchio Stivale è di fatto uno dei peggiori paesi del Vecchio Continente per quanto concerne l’obesità infantile.
Attenzione, però – ci sono modi per rimediare. Ne parla una ricerca da poco pubblicata sulla rivista Pediatric Obesity, che indica la dieta sana e l’esercizio fisico costante come metodi efficaci per fare allungare la lunghezza dei telomeri nei bambini affetti da obesità.
Numeri alla mano, lo studio ha seguito 158 bambini tra gli 8 e i 12 anni affetti da obesità, per il 55% femmine e per il 52% di origine ispanica, e soprattutto con il 57% dei partecipanti affetti da obesità grave. Ognuno di questi ha preso parte a un programma di sei mesi di controllo del peso in cui ci si incontrava regolarmente con un esperto di nutrizione per seguire una dieta “a semaforo” – verde per i cibi sani con cui “abbondare”, arancione per indicare la moderazione e rosso per quelli da evitare.
Allo stesso tempo i bambini hanno imparato una serie di strategie per implementare l’esercizio fisico nella vita di tutti i giorni. Al termine dei sei mesi di programma, il team di studiosi ha osservato un aumento significativo della lunghezza media dei telomeri; salvo poi vederli accorciare nuovamente a un anno di distanza, quando le buone abitudini raccolte durante i mesi dello studio sono state abbandonate.