I 12 ristoranti italiani che entrano nella Guida Michelin con ottobre

A un mese dalla premiazione Michelin, ecco i 12 nuovi ingressi nell'edizione italiana della guida. Fra i nomi, anche insegne aperte sotto l'ala protettrice di chef stranoti, come Oldani e Ducasse.

I 12 ristoranti italiani che entrano nella Guida Michelin con ottobre

Manca esattamente un mese meno un giorno alla cerimonia di premiazione dell’edizione italiana della Rossa, che si terrà a Modena il 5 novembre. Nell’attesa e con il mese di ottobre, la Guida Michelin segnala dodici nuovi ristoranti tricolori da provare, a cui diamo un’occhiata insieme, riportandoli in ordine alfabetico per località.

Le new entry italiane segnalate dalla Guida Michelin

Piatto di Masseria Moroseta, fra i ristoranti italiani segnalati dalla Guida Michelin a ottobre

Ci muoviamo su e giù per l’Italia tra cucina giapponese, insegne sorte sotto la guida di nomi parecchio noti (tra cui Oldani e Ducasse, tanto per dire) e un’attenzione per il vegetale che prende sempre più piede anche nel mondo del fine dining.

Ape Vino e Cucina – Alba (CN)

Il locale di Damiano Nigro, chef già nell’olimpo degli stellati, si definisce come “un moderno bistrot dove la cucina tradizionale incontra l’innovazione” (tanto per cambiare). Proposte di pasta fresca di stampo piemontese e piatti sia di terra che di mare. Lo affianca anche un locale fratello a Santo Stefano Belbo, Ape Winebar.

Artifex – Brennero (BZ)

Ristorazione d’albergo e un’équipe quasi tutta al femminile (spezza l’equilibrio solo il giovane sommelier) per questo locale che propone accompagnamenti con fermentati frutto dei prodotti dell’orto. La chef Tina Marcelli porta in tavola ricette altoatesine facendo tesoro di tecniche antiche e riscoperte come, appunto, la fermentazione stessa.

Olmo – Cornaredo (MI)

Di apertura abbastanza recente, questo locale che prende il nome dall’albero simbolo della sua piazzetta è figlio di Davide Oldani. Solo tre tavoli e altrettanti sgabelli per sedersi al banco. Carta a senso unico con un solo menù degustazione, che si fa più flessibile a pranzo con la possibilità di scegliere tre fra le sei portate proposte da Riccardo Merli, che serve, tra le altre cose, rimandi alla sua piemontesità.

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Pentole e Provette – Fasano (BR)

Nato nel 2016 dal progetto di Luca e Rossella, coppia nella vita e nel lavoro e reduce da esperienze gastronomiche in Australia. Tre i menù offerti, divisi tra carne, pesce e vegetariano, più un menù degustazione “componibile” a piacere. Staff giovane e dichiarata attenzione all’impatto ecologico.

Nobuya – Milano (MI)

Ci spostiamo in Sol Levante con questo ristorante dalle tonalità terra, dove l’omonimo chef propone un menù abbastanza ampio, arricchito da una carta dei tè. Fra le particolarità, la più sbrigativa bento box proposta per il pranzo e il menù degustazione vegetariano omakase, atto di fiducia nei confronti di chi cucina.

Quadri Bistrot – Milano (MI)

Creatura dell’omonimo chef e patron Riccardo, questo locale nel capoluogo lombardo si veste anche da cocktail bar la sera. Sul piatto la “tradizione sapientemente ristudiata”, definita “fantasiosa” dagli ispettori in rosso.

Locanda San Michele – Montorio al Vomano (TE)

Alle pendici del Gran Sasso, Gianluca Ricci propone la sua cucina forgiata da mille e una esperienze stellate, all’estero e non. Sapori di terra e di mare della terra d’Abruzzo, in un locale che si affaccia sul verde.

Caruso Roof Garden – Napoli (NA)

Il nome anticipa una splendida vista sul Golfo di Napoli, che fa da sfondo a proposte non solo di mare, ma di certo dal sapore campano. Diversi menù degustazione, compresa un’offerta in chiave veg.

Il Ristorante Alain Ducasse – Napoli (NA)

Ancora Napoli, ancora una splendida vista dall’alto sul golfo e sul Vesuvio. Il nome parla francese, però, ed è un nome che conosciamo bene, che rimanda alla sua “cuisine de la naturalité”. Cotture brevi per esaltare sapori e principi nutritivi dei prodotti del mare e dell’orto.

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Masseria Moroseta – Ostuni (BR)

È una cucina prevalentemente vegetale quella di Eugenia Goggi, che esalta i prodotti provenienti in gran parte da piccoli orti biologici, accompagnati da una selezione di vini naturali dello Stivale. Possibile anche fermarsi a dormire immersi nella campagna circostante.

Gallo Nero – Siena (SI)

Locale di origine medievale e chef di origini campane. Siamo vicini al celebre Campo e i piatti sono una reinterpretazione dei sapori locali, sia di terra che di mare. Presente anche una bella cantina, visitabile.

Frosch Restaurant – Varena (TN)

Chiudiamo con un locale delle Dolomiti, nelle mani di Sara Bertocchi, che porta in tavola ricette contemporanee figlie del territorio, ma anche del Mediterraneo. Ampia e curata la carta dei distillati.