Andiamo ad Hong Kong perché qui i supermercati sono stati presi d’assalto. A causa del record dei contagi da Covid-19, gli abitanti lunedì scorso si sono recati in massa nei supermercati e nei mercati, facendo incetta di verdure, noodles e altri generi di prima necessità.
Il problema è stato che, oltre ai contagi, c’è stato anche il blocco dei trasporti con la Cina continentale. Proprio lunedì la città, comprensiva di 7,5 milioni di persone, ha riportato un record di casi di contagio: si parla di 614 casi. Valore che qui da noi ci fa sorridere mestamente, ma che va contestualizzato nella strategia zero-Covid del territorio cinese.
A causa delle restrizioni sui voli, i consumatori hanno cominciato a notare una carenza di alcuni beni importati dall’estero, incluso il pesce. E Hong Kong è costretta a importare il 90% delle sue forniture alimentari, con la terraferma che rappresenta la fonte più importante di cibo fresco.
Il problema è peggiorato quando alcuni camionisti tranfrontalieri sono risultati positivi al Coronavirus. I conducenti sono così stati costretti a mettersi in isolamento. Il Governo ha provato a ridurre le preoccupazioni per la carenza di cibo sostenendo che, nel complesso, le forniture di cibo fresco erano rimaste stabili, nonostante alcuni mercati segnalassero un calo delle forniture di verdura.
In un mercato di prodotti alimentari freschi di Tin Shui Wai, i venditori hanno esortato la gente a comprare i prodotti rimasti in quanto nei prossimi giorni non ci saranno verdure in vendita in quanto i camion non riusciranno ad arrivare. E ovviamente i prezzi delle verdure sono salite alle stelle.
Ecco dunque spiegato il perché della corsa agli approvvigionamenti anche nei supermercati: gli scaffali delle verdure, dei fazzoletti, della carta igienica e dei noodles sono stati svuotati del tutto.
Ricordiamo che a Hong Kong, a gennaio, a causa dell’epidemia sono stati chiusi i bar, mentre è stato imposto il coprifuoco ai ristoranti alle 18.