Heineken ha deciso di interrompere la produzione e la vendita della sua birra in Russia, unendosi dunque alla (ormai foltissima) schiera di aziende che stanno boicottando il Paese in solidarietà al popolo ucraino.
La recente mossa va di pari passo rispetto alle precedenti scelte del birrificio olandese, che aveva già bloccato tutti i nuovi investimenti in Russia e le esportazioni di altri marchi. “La produzione, la pubblicità e la vendita del marchio Heineken si fermeranno immediatamente”, ha affermato la società in un comunicato mercoledì.
La pressione pubblica e il boicottaggio di aziende che operano in Russia sono aumentate considerevolmente negli ultimi giorni con l’aggravarsi della guerra e della crisi umanitaria in Ucraina.
Anche la danese Carlsberg, il più grande produttore di birra in Russia ha dichiarato, la scorsa settimana, che sta bloccando nuovi investimenti in Russia ed esportazioni verso il il Paese. Martedì McDonald’s, Coca-Cola e Starbucks hanno dichiarato che interromperanno temporaneamente le operazioni commerciali.
“Heineken non accetterà più alcun beneficio finanziario netto derivante dalle operazioni russe”, ha affermato la società. Ha aggiunto che ora sta anche valutando le opzioni strategiche per il futuro del business in Russia, dove opera da due decenni. La società sta inoltre adottando misure per isolare il business russo dal gruppo più ampio per “fermare il flusso di denaro, royalties e dividendi in uscita dalla Russia”.