Hamburger vegetali: due ingredienti delle carni non carni minacciano gli ecosistemi tropicali

A proposito di hamburger vegetali: saranno anche più rispettosi dell'ambiente e del pianeta, ma due ingredienti di queste carni non carni possono mettere a rischio gli ecosistemi tropicali

Hamburger vegetali: due ingredienti delle carni non carni minacciano gli ecosistemi tropicali

Si torna a parlare di nuovo di hamburger vegetali, questa volta da un altro punto di vista. Si sente spesso dire che i prodotti a base di carne non carne sono più sostenibili per l’ambiente e proteggono il pianeta. Ma a quanto pare due degli ingredienti di queste carni vegetali potrebbero mettere a serio rischio gli ecosistemi tropicali. Quali? Beh, si parla del cocco e del cacao.

Hamburger vegetali: tutti i loro ingredienti sono poi così sostenibili?

Hamburger vegetale

Il problema è che la rapida crescita del mercato delle carni di origine vegetale ha modificato drasticamente le catene di approvvigionamento agricole di alcuni loro ingredienti. Questo ha creato una maggior domanda di ingredienti base come il burro di cacao e l’olio di cocco.

I piccoli agricoltori, però, non vedono alcun vantaggio in questo aumento della domanda. A parte il fatto che molti di loro erano convinti che i loro semi di cacao finissero solamente per produrre il cioccolato e si sono stupiti di quando hanno saputo che, per esempio, tutto quel cacao che stavano coltivando era destinato a produrre un Beyond Burger, ecco che hanno spiegato che la coltivazione del cacao sta diventando sempre più difficile.

Il clima impazzito, il rischio di malattie e l’altalena dei prezzi non rende più vantaggioso come una volta coltivare queste piante, tanto che molti agricoltori stanno abbandonando le loro piantagioni tagliando gli alberi.

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Ma c’è anche un altro problema che si profila all’orizzonte. A fronte di un boom iniziale, la richiesta di carni vegetali negli Stati Uniti ha subito un brusco rallentamento nel corso degli ultimi mesi. Il tutto pare che sia dovuto agli elevati prezzi di questa tipologia di alimenti (produrli costa di più rispetto a quanto accade con la carne vera), unito all’inflazione e ai rincari.

Per questo motivo le aziende che si occupano di carne non carne stanno cercando di fare il possibile per ridurre i costi di produzione. Uno dei sistemi per poterlo fare è quello di ridurre i costi degli ingredienti, ma i cambiamenti climatici, i problemi della catena di approvvigionamento e i vari rincari rendono difficile raggiungere tale obiettivo.

Questo perché gran parte delle forniture mondiali di burro di cacao e olio di cocco arriva da paesi come l’Indonesia, le Filippine, la Costa d’Avorio e il Ghana. Il rischio, dunque, è che per ridurre i costi, le aziende finiscano con l’acquistare burro di cacao e olio di cocco da fonti meno etiche.

Tutto ciò significa che nessuna dieta è esente da un impatto sul pianeta e sui suoi abitanti. Anche se associazioni come la Peta auspicano un passaggio mondiale all’alimentazione vegana, questo non vuol dire non impattare sull’ambiente: da qualche parte tutto quel cibo vegano dovrà pur essere prodotto per nutrire la popolazione, no? La pressione da parte di aziende come Beyond e Impossibile di tagliare i costi degli ingredienti, rischia di aumentare problemi come la deforestazione, l’uso di lavoro minorile e salati troppo bassi per i lavoratori.

Ma perché per fare la carne vegetale si usano il cocco e il cacao? Beyond Meat e Unlimeat usano il burro di cacao, Impossibile Foods usa il cocco, ma tutti lo fanno per lo stesso motivo: aiutano queste carni non carni a essere più simili alla carne vera. Questo perché questi grassi, esattamente come quelli animali, tendono a rimanere solidi a temperatura ambiente e ad avere un alto punto di fusione, cosa che consente alle carni vegetali di essere grigliate o cotte come le controparti vere.

Un hamburger vegetale è costituito di questi grassi per un 5-20%, ma le scorte di cocco e cacao a livello mondiale stanno diminuendo sempre di più. Dunque quando si pensa di sostituire la carne vera con le carni vegetali, bisognerebbe pensare a 360 gradi a ciò che questo vuole dire. Per evitare di risolvere un problema creandone altri dieci.