Una piccola rivoluzione per la Guida Michelin: ha iniziato a svelare le nuove entrate durante tutto l’anno, e non soltanto in occasione della pubblicazione della guida dei ristoranti stellati, che avviene appunto una volta all’anno. Un modo per stare al passo coi tempi, e per tenere desta l’attenzione su un prodotto che rappresenta la Bibbia della gastronomia mondiale ma che negli ultimi anni ha perso un po’ di lustro, in un mondo del food molto competitivo e veloce, nel quale premi e recensioni vengono fuori ogni settimana, ogni giorno. La novità Michelin coinvolge ora New York, in modo analogo a quello che era successo nel Regno Unito qualche tempo fa: i ristoranti che faranno ingresso nella prossima guida della città statunitense sono Les Trois Chevaux, il costoso inno dello chef Angie Mar all’alta cucina francese; Le Fanfare, un ristorante in stile italiano a Greenpoint; Takeda, un salotto di omakase dell’Upper West Side; Torien, l’eccellente posto dedicato allo yakitori di Yoshiteru Ikegawa; Yellow Rose, un acclamato locale texano nell’East Village; e 63 Clinton, un locale con menu fisso sotto i 100 dollari di Samuel Clonts e Raymond Trinh.
Ma per non andare totalmente contro la sua tradizione, e per lasciare ancora un po’ di attesa rispetto a quello che comunque resta un evento, l’annuale annuncio delle stelle, la Michelin non dice se i locali in questione ricevono una stella, più stelle o attribuzione di altri riconoscimenti: come la Bib Gourmand, che premia i migliori ristoranti a prezzi accessibili, o le stelle verdi, recente novità che premia la sostenibilità ambientale. La Michelin semplicemente afferma che i ristoranti vengono inclusi nella sua guida annuale, aggiungendo che “alcuni ristoranti in primo piano” potrebbero ricevere Bib o stelle in futuro. Gli ispettori hanno anche aggiunto alcune rapide “recensioni” sulle offerte culinarie in ogni sede in un’app per smartphone, ma si tratta di descrizioni stringate in poche righe.
Gwendal Poullennec, direttore internazionale delle Guide Michelin, ha annunciato i cambiamenti in un comunicato stampa: “Mentre l’industria della ristorazione continua ad affrontare sfide e incertezze senza precedenti, speriamo che queste rivelazioni regolari e gli aggiornamenti alla selezione durante tutto l’anno forniscano opportunità per invitare tutti a scoprire e sostenere i ristoranti che li circondano”. Ma la svolta è giudicata ancora troppo timida da alcuni critici: per esempio il magazine online Eater, che come molti altri siti dopo la pandemia ha eliminato il sistema di valutazione a stelline o pallini, scrive che “La Michelin sta facendo un piccolo passo nella giusta direzione, anche se per ora sembra che sia più interessata a mantenere le sue gerarchie classiche piuttosto che impegnarsi in qualsiasi cambiamento significativo in termini di ampliamento della portata dei ristoranti che sceglie di sostenere. O come direbbe un critico gastronomico: l’idea è carina; bisogna lavorare sull’esecuzione”.