La Guida Michelin 2024 ha portato con sé, come di consueto, alcune “stelle cadenti” – anche in quello che, numeri alla mano, è stato l’anno dei record. Vuoi per chiusura, che sia temporanea o definitiva, vuoi per demerito – quest’ultimo, possiamo immaginare, decisamente più caustico -, vuoi per abbandono dello chef: la sentenza degli ispettori della Rossa cala comunque puntuale.
Chiaro, a costo di andare a mescolare una minestra già riscaldata vale la pena ricordare che l’anno ormai prossimo al termine si è inevitabilmente macchiato di numerose difficoltà. Al di là della apparentemente sempiterna ombra della pandemia, cuochi e ristoranti hanno dovuto confrontarsi con una congiuntura economica sfavorevole che ha fondamentalmente alzato i costi e al contempo mutilato il potere di acquisto dei potenziali clienti, riaccendendo il grande corto circuito del fine dining – il cibo è un bene primario e quindi non, per semplice definizione, esclusivo.
Ma bando alle ciance: diamo un’occhiata a quanti e quali sono i ristoranti italiani che hanno perso la stella nella Guida Michelin 2024.
I ristoranti che passano da Due Stelle a una sola
Il primo gruppo, più sparuto, è composto da quei ristoranti che potevano già vantare i macaron gemelli sulla propria divisa di lavoro ma che, durante le più recenti verifiche a tavola degli ispettori della Guida Michelin, hanno subito un piccolo ridimensionamento tornando alla singola stella. Fa rumore, in particolare, il declassamento de Il Luogo di Aimo e Nadia, storico (storicissimo) indirizzo milanese, che è lì da più di sessant’anni ma che evidentemente, per qualche ragione, non ha convinto quest’anno la Michelin nella versione odierna firmata da Alessandro Negrini e Fabio Pisani. Di seguito l’elenco dei locali interessati:
- Il Luogo di Aimo e Nadia a Milano (MI);
- Bracali di Massa Marittima (GR).
I ristoranti che hanno perso la stella Michelin
È invece decisamente più consistente la schiera di ristoranti che hanno perso il proprio – unico, è bene notarlo – macaron. Numeri alla mano, si tratta di dieci locali in tutto: una macchia decisamente più contenuta rispetto a quanto abbiamo visto lo scorso anno (quando i ristoranti che persero la stella furono ben sedici). Il Piemonte è la regione che ne esce messa peggio (e lo facciamo notare anche qui), con ben tre declassamenti da una a zero stelle, compreso quello torinese di Casa Vicina, altro storicissimo indirizzo a cui, dopo tanto tempo, la Michelin ha evidentemente deciso di non riconfermare la fiducia. Meno sorprendente, probabilmente, la stella tolta a Tano Simonati, che durante il Covid si era reso protagonista di alcune esternazioni non sempre in linea con il basso profilo che la Michelin pare chiedere ai suoi ristoranti. Diamo un’occhiata all’elenco:
- La Fermata ad Alessandria (AL);
- La Bottega del 30 a Castelnuovo Berardenga (SI);
- Pietramare Natural Food a Isola di Capo Rizzuto (KR);
- Il Cascinalenuovo a Isola d’Asti (AT);
- Tano Passami l’Olio a Milano (MI);
- Ma.Ri.Na a Ostuni (BR):
- La Terrazza a Roma (RM);
- Casa Vicina a Torino (TO);
- Pierino Penati a Viganò (LC).
Ci piace concludere con una nota al miele, che d’altro canto questa sessantanovesima edizione della Guida Michelin ha portato un record assoluto per quanto concerne il numero di Stelle assegnate: al momento, conti alla mano, il nostro caro e vecchio Stivale conta 395 ristoranti stellati. Il prossimo anno, con l’edizione numero settanta, festeggeremo il traguardo dei 400?