A proposito di Guida Michelin 2020: c’è anche chi la stella non la vuole. E’ il caso dello chef coreano Eo Yun-gwon: lui non voleva la stella e ora fa causa alla Michelin. Se c’è chi gioisce per aver ricevuto una stella Michelin, c’è anche chi tuona perché di far parte di questo sistema proprio non ne vuole sapere. Eo Yun-gwon è uno chef coreano che ha lavorato e si è formato anche in Italia, più precisamente a Milano presso il Four Seasons. Una volta tornato in patria ha aperto il ristorante Eo, noto per proporre piatti della cucina italiana contemporanea.
Più Eo Yun-gwon cerca di allontanarsi dal sistema della Guida Michelin, più loro lo nominano. Lo chef ha chiesto in maniera chiara alla Guida di non esservi nominato, ma loro lo hanno fatto lo stesso, a loro piacimento. Anzi, li ha definiti come un “fantasma”: ha provato a contattarli al telefono, ma non gli rispondono.
Eppure la Michelin sembra adorare Eo Yun-gwon: nella Guida il suo ristorante ci era finito nel 2016, poi nel 2017 era arriva la prima stella con conferma nel 2018. Ma Eo non ci sta: sulla sua pagina Facebook ha pubblicato un post dove spiega di aver presentato una denuncia penale contro la Guida Michelin, avvalendosi di una legge coreana inerente gli insulti pubblici. La denuncia riguarda il fatto che la Guida Michelin pubblica forzatamente ristoranti contro la loro volontà e senza criteri chiari. Secondo lo chef inserire nell’elenco della Guida Michelin il suo ristorante Eo è una diffamazione contro i membri dello staff del locale e contro i loro sostenitori. E ribadisce che anche se aveva chiaramente rifiutato di far parte dell’elenco, ci è finito lo stesso anche quest’anno.
Eo contesta in maniera particolare il modo in cui la Guida Michelin giudica i ristoranti. In un post precedente Eo spiega che ci sono migliaia di ristoranti a Seoul che sono allo stesso livello o anche superiori rispetto a quelli elencati nella Guida. Ed è triste pensare che solo pochi di loro rappresentino Seoul. Eo ha inviato così un’email alla Guida, chiedendo non solo che il suo ristorante fosse rimosso dall’elenco, ma anche che spiegassero i criteri di valutazione.
Lo chef ha aggiunto che nell’email ha ribadito come parecchi ristoranti e chef stiano sprecando la loro anima (denaro, tempo e sforzi) per perseguire quel miraggio che è una stella Michelin. Contattato dalla CNN, Eo ha sottolineato come la Guida Michelin sia un sistema crudele. Anzi, lo ha definito il test più crudele al mondo perché costringe gli chef a lavorare un anno in attesa di un test che non si sa se e quando arriverà. Per Eo è umiliante vedere il suo ristorante in un libro che non ritiene salutare. E ha poi tirato la stoccata finale: la Guida Michelin è accecata dal denaro e manca di filosofia.
In attesa di sapere quale sarà la risposta della Guida, l’avvocato penalista sudcoreano Shin Ha-na ha affermato che è difficile che la causa vada avanti: la legge su cui si basa, infatti, prevede che ci siano dichiarazioni offensive o parolacce, ma visto che la Guida non ha pubblicato alcuna volgarità, difficilmente riuscirà ad avere l’esito che lo chef spera.
Non è certo la prima volta che uno chef si scaglia contro la Guida: recentemente Marc Veyrat aveva protestato, ma per il motivo diametralmente opposto a quello di Eo. Aveva, infatti, perso una stella, secondo lui a causa di un malinteso sul formaggio: l’ispettore Michelin aveva pensato che il soufflè fosse stato fatto con formaggio cheddar, mentre lo chef afferma che era stato realizzato con diversi tipi di formaggi addizionati di zenzero per dare una colorazione giallastra.
Nel corso della storia ci sono stati altri chef che hanno cercato di rimandare indietro al mittente le stelle non richieste e non gradite:
- 2006: Antoine Westermann
- 2008: Olivier Roellinger e Gualtiero Marchesi (secondo lo chef italiano i suoi piatti erano composizioni da capire, mentre i giudizi della Guida sono basati su gusti personali e ben poco sulle capacità di apprezzare le sfumature)
- 2015: Mauro Belotti (in questo caso la stella non era stata gradita perché avrebbe voluto dire dover alzare i prezzi, facendo così scappare i clienti)
- 2017: Sebastian Bras
[Crediti | CNN]