“La crisi alimentare ci sarà”. Parole severe, lapidarie, quelle pronunciate da Svein Tore Holsether, CEO di Yara International, uno dei più grandi produttori di fertilizzanti al mondo, in riferimento alle conseguenze della guerra in Ucraina. Conseguenze che, di fatto, passano soprattutto attraverso la sospensione dell’esportazione di fertilizzanti russi e ucraini.
Yara International, a onor del vero, aveva annunciato l’11 marzo che avrebbe smesso di rifornirsi dalla Russia: già allora, tuttavia, i piani alti della società si trovarono a discutere di come tagliare le forniture russe avrebbe contribuito all’inflazione alimentare. La Russia ha infatti rappresentato circa un quinto delle esportazioni di fertilizzanti complessive nel 2021, ed è storicamente uno dei principali esportatori degli ingredienti chiave come urea, ammoniaca a potassio: perdere un volume di forniture di questa portata ha posto l’intero settore agricolo sotto gravi pressioni, acuite anche dai rincari a energia e traporto, e la sostituzione di queste importazioni potrebbe richiedere anche mezzo decennio. “La crisi alimentare ci sarà” dunque, come dice Holsether. “È solo questione di capire quanto grande”.