La guerra tra Russia e Ucraina continua a imperversare, e alla luce delle numerose sanzioni inflitte al governo russo ecco che cominciano a farsi strada le prime ritorsioni da Mosca, a partire dalla sospensione dell’export di fertilizzanti. Preoccupa anche l’ultimo decreto di Vladimir Putin che, in risposta alle sopracitate sanzioni, ha redatto una lista di Paesi per i quali saranno vietati i movimenti di export e import, siano questi riferiti ai prodotti finiti o alle materie prime. Il pericolo, per l’Italia, riguarda soprattutto le vendite di vino, pasta e olio, che nello scorso anno sono aumentate del 14%.
In particolare, l’Italia è il primo fornitore di vino in Russia, con vendite che ammontano a un valore complessivo di 150 milioni di euro; spiccando su Francia e Spagna con una quota di mercato di circa il 30%. Ottimi anche i dati di caffè (80 milioni), olio di oliva (32 milioni) e pasta (27 milioni): un tesoretto che rischia di essere cancellato dalle conseguenze della guerra.
E al danno si aggiunge la beffa: sul mercato russo sono sempre più comuni i prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy come parmesan, mozzarella, robiola, salame Milano e provoletta; e tra gli scaffali dei supermercati locali spiccano surrogati come la mozzarella Casa Italia o l’insalata Buona Italia.