Il ristorante Bergé di Muscandia a Pino d’Asti chiude, ma non per il caro bollette o i rincari ai prezzi dei prodotti alimentari, bensì per trasformare i cavoli in crauti. Sembra strano? Beh, dovete sapere che in Ucraina i crauti sono un’entrata fissa nei menu casalinghi (un po’ come la pasta lo è dalle nostre parti, per intenderci), e la cooperativa sociale Basso Monferrato Astigiano ha intenzione di accogliere al meglio delle proprie capacità i profughi della guerra con la Russia.
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Qui entra in gioco il ristorante astigiano: il procedimento per trasformare i cavoli in crauti è lungo, e richiede sforzi e attenzioni anche dilatate nel tempo. “Per questo abbiamo deciso per la chiusura del ristorante per un mese, appunto per poter preparare i crauti” spiega infatti il giovane cuoco del locale in questione, Romeo Morelli. “Sono centinaia i cavoli che rimangono invenduti nei campi e pronti per essere o sprecati o dati agli animali: mentre il mio motto in cucina è di non sprecare nulla”.
Garantire un assaggio di casa è un segno di solidarietà concreta, tanto che molti produttori locali hanno deciso di consegnare al cuoco dei quintali di cavoli in maniera del tutto gratuita. Cavoli e patate, a dirla tutta: “M’inventerò qualcosa anche per quelle” spiega Morelli. Le strutture della cooperativa Basso Monferrato Astigiano ospitano già 180 migranti, principalmente pakistani e afghani, ma l’emergenza ucraina ha spinto a chiedere aiuto al ristorante per poter assicurare ai profughi in arrivo dall’est cibo e alloggi. “La risposta degli associati è stata bellissima” commenta ancora Morelli, che porta avanti convinto la sua filosofia di zero sprechi, estesa perfino al grasso (immangiabile) del maiale: “Ne faremo sugna, nei cui strati potremo conservare carni e salumi, ammorbidendoli: come fanno in Ucraina”.