Grom registra (ancora) un anno in perdita dopo la vendita a Unilever, e chiude il 2019 con una perdita di 11,11 milioni di euro. E non è la prima volta, visto che il 2018 si era concluso con un meno 7,7 milioni di euro. Insomma, la catena di gelaterie che aveva spopolato in Italia non sembra essere un grande affare per la multinazionale, che da subito ha cercato di spostare il mercato dalla vendita al dettaglio alla grande distribuzione organizzata.
È probabilmente questo passaggio che ha comportato per l’azienda costi più elevati: i ricavi delle vendite sono infatti in crescita (da 31,86 a 32,64 milioni), ma aumentano anche i costi di produzione (da 40,19 a 46,49 milioni).
A pesare sul bilancio, inoltre, sembra essere anche lo scarso successo della catena di gelaterie negli Stati Uniti. “Alla fine del 2019 – fa sapere Gromart srl, società che detiene il marchio Grom – tenuto conto dei risultati della gestione dei punti vendita a marchio Grom collocati sul territorio statunitense e nel contesto della strategia commerciale conseguente all’integrazione nel gruppo Unilever, si è deciso di dismettere tutti i suddetti punti vendita, recedendo anticipatamente dai contratti di locazione in essere, per poi procedere alla successiva messa in liquidazione volontaria della società Grom Usa”.
Nonostante i risultati non troppo brillanti, comunque, Unilever non molla, è si “si è reso immediatamente disponibile a sostenere le esigenze finanziarie previste per l’esercizio 2020 relativamente a investimenti attesi”.
[Fonte: Business Insider]