Il giorno che tutti temevamo, quello del primo gelato confezionato di Grom venduto al bar come un calippo qualsiasi, è ahinoi arrivato.
La vera domanda, infatti, non era più “se” ma “quando” i prodotti di Grom, famosa per il gelato “Come una volta”, dopo essere stata acquistata dagli olandesi di Unilever (quelli dell’Algida, per intenderci), sarebbero stati distribuiti dalla rete vendita della multinazionale del “Cuore di Panna”.
Lo stesso Guido Martinetti, il “Jude Law delle Langhe”, come da aggiornata definizione proposta dal pubblico femminile durante il “match” avuto con noi al Dissapore Caffè in occasione di Terra Madre Salone del Gusto edizione 2016, ce lo aveva anticipato, ipotizzando la realizzazione di una sorta di Magnum fatto con panna, latte e uova fresche, e poi ricoperto da cioccolato di qualità (in questo caso, Domori).
Ma diciamo che vederlo fa sempre un certo effetto.
In realtà stiamo parlando dei ghiaccioli di frutta che, questo agosto, hanno fatto capolino in alcuni locali selezionati in Sardegna e a Milano e Roma.
Un test, insomma, fatto per verificare se il prodotto funziona e, in caso di esito positivo, per replicarlo su più vasta scala a partire dalla primavera ventura.
I ghiaccioli sono gli stessi che, dal 2015, si trovano nelle gelaterie di Grom. Sono prodotti e imbustati appena fuori Torino, di preciso a Mappano (dove vengono realizzate anche le miscele per il gelato che tutti conosciamo), e infine distribuiti dalla rete vendita di Unilever.
Cinque i gusti disponibili: pesca, fragola, limone, lampone e albicocca. Tutti prodotti con polpa di frutta (in percentuali che vanno dal 45% al 55% o, per il succo di limone, il 26%), acqua minerale Sparea, zucchero di canna bianca e farina di semi di carrube.
Ma, prima di spianare i fucili e far partire il plotone d’esecuzione che sul web ha già cominciato a indignarsi, aggiungiamo un’altra considerazione.
Questa appena passata è stata l’estate in cui Badiani, una delle più prestigiose insegne di gelateria di Firenze ha lanciato il suo gelato confezionato. Non un gusto qualsiasi, bensì il mitico Buontalenti, di cui Badiani è proprietario del marchio registrato.
L’iconica crema fiorentina dedicata al mitico Bernardo (per alcuni l’inventore, presso la corte di Caterina de’ Medici, del moderno gelato) che, insieme alla nocciola (Piemonte IGP), al limone (di Sorrento IGP), al pistacchio (di Bronte DOP) e al cioccolato (Majani), ha completato la linea di G7 (l’azienda che produce anche i Fior Fiore di Coop): “GelatoMadre” il cui slogan è “Fatto solo con cinque ingredienti”.
Nessuno, però, sembra essersi stracciato le vesti in difesa della lesa artigianalità nel caso del gelato fiorentino.
Un classico caso all’italiana di due pesi e due misure?
Ma soprattutto, se due indizi fanno una prova, assisteremo forse, da oggi, alla comparsa endemica di gelati confezionati sempre più fighetti, dalla ricetta “pulita” e dagli ingredienti griffati (sulla scia di Haagen Dasz et similia), presentati con marchi e nomi di gelaterie italiane famose?
[immagini: Paolo Campana/facebook, Grom, Gelato Madre]