La linea salvavita, da sventolare in Europa come un inaspettato (e improbabile) poker d’assi: come la mettiamo con i sentimenti dei grilli? Ci stiamo riferendo alla più recente strategia adottata dalla Lega per ostacolare la commercializzazione degli insetti a scopi alimentari – far riconoscere i grilli come esseri senzienti e pertanto farli rientrare nell’ambito delle norme sul benessere animale.
Una missione la cui apparente nobiltà pare però chiazzata da intenti grossolanamente maliziosi: bene la tutela della salute degli animali, ma come già accennato l’obiettivo finale pare semplicemente quello di mettere i bastoni tra le ruote a una alternativa che potrebbe aumentare le fonti proteiche a disposizione dei cittadini riducendo, al contempo, altre considerate più inquinanti.
Farina di grilli e altri insetti, tra allergie e sentimenti
La parola chiave è “alternativa”. Intavolare una discussione sulle cosiddette risorse alimentari “alternative”, magari avvicinando i consumatori più scettici – che, per inciso, hanno tutto il diritto di esserlo – e spiegando loro che no, non esiste un nemico acefalo e vagamente sinistronzo che vuole portare via la carbonara della nonna e sostituirla con blatte arrosto è troppo difficile: meglio ricorrere a giochi di specchi per creare una spaccatura all’interno del gioco del tifo che ormai la fa da padrone da tempo – il noi contro voi, il bianco contro il nero.
La questione sui “grilli come esseri senzienti”, in questo senso, pare l’appropriarsi di un’arma che almeno sulla carta può essere definita virtuosa per rassicurare il proprio schieramento che gli altri sono sbagliati e pure un po’ tonti. Ma andiamo con ordine, che al tifo preferiamo l’etica. Il nodo della questione è una interrogazione intitolata “Dubbi riguardanti l’autorizzazione per l’immissione sul mercato del grillo domestico” inviata dagli europarlamentari della Lega, riuniti nel gruppo Identità e Democrazia, tra cui figurano Alessandro Panza, Rosanna Conte e Alessandra Basso.
La prima questione riguarda le “imitate prove pubblicate sulle allergie alimentari connesse agli insetti in generale, che collegavano in modo ambiguo il consumo di Acheta domesticus a una serie di episodi di anafilassi”. Quella delle potenziali reazioni allergiche, a onore del vero, è una delle tesi più impugnati dai detrattori della farina di grilli. La commissaria alla Salute Stella Kyriakides ha accolto i dubbi, e risposto che i dati epidemiologici su una eventuale “sensibilizzazione primaria che sfoci in reazioni allergiche” causate dal consumo di insetti sono “limitati e inconcludenti”.
È bene notare, per di più, che le informazioni sugli allergeni devono essere “sempre a disposizione dei consumatori”. Ciononostante, Kyriakides ha promesso di stare valutando “le modalità per svolgere le necessarie ricerche sull’allergenicità degli insetti, tra i quali è compreso Acheta domesticus”.
Il secondo capitolo è invece quello dedicato alla possibilità di applicare gli standard sul benessere animale agli insetti. Anche in questo caso, la commissaria è intervenuta per chiarire che “non è stato ad oggi dimostrato in modo inconfutabile che gli insetti sono organismi senzienti”; ma anche in questo caso “la Commissione seguirà da vicino lo sviluppo di questa attività agricola e le eventuali questioni di benessere ad essa correlate”.
Il caso è aperto, dunque: se le ricerche confermassero che anche i grilli sono esseri senzienti verrebbero loro applicati i diritti e le prerogative del caso. Missione compiuta? Vedremo. Se però la prossima volta i paladini della Sovranità Alimentare vorranno ancora cavalcare verso la battaglia indossando i loro mantelli bianchi, prima perlomeno si assicurano che non siano macchiati di unto.