Secondo il report di Greenpeace “The Climate Emergency Unpacked” alcuni colossi del beverage come Coca-Cola, PepsiCo, Nestlé e altri – con le loro bottigliette di plastica monouso – stanno contribuendo all’inquinamento e aggravano la crisi climatica.
Inoltre, il dossier pone l’accento sui rapporti commerciali che sussisterebbero fra le compagnie che utilizzando grandi quantità di plastica monouso (che rappresenta il 40% della domanda globale di plastica) e le aziende che producono combustibili fossili. La plastica è infatti derivata in larga parte dal petrolio e dal gas fossile, che sono appunto i principali responsabili del riscaldamento globale.
Quindi – come sottolinea Greenpeace nel suo report – anziché disincentivare l’uso della plastica monouso, le compagnie come Coca-Cola e PepsiCo hanno collaborato con i giganti dei combustibili fossi per promuovere il riciclo.
Greenpeace non si fa problemi a fare “nomi e cognomi”: nel report punta infatti il dito contro Coca-Cola, PepsiCo, Nestlé, Mondelez, Danone, Unilever, Colgate Palmolive, Procter&Gamble e Mars, che acquistano imballaggi da aziende che, a loro volta, si riforniscono da ExxonMobil, Shell, Chevron Phillips, Ineos e Dow.
“Per molto tempo – si legge nel comunicato di Greenpeace – le multinazionali che impiegano plastica usa e getta per i loro prodotti ci hanno nascosto i legami con aziende dei combustibili fossili e petrolchimiche, mentre in realtà stanno lavorando per obiettivi comuni, continuando a inquinare il Pianeta e a danneggiare le comunità di tutto il mondo”. Per questo l’ong ha lanciato una petizione per chiedere alle aziende leader del mercato italiano di ridurre drasticamente il ricorso a bottiglie in plastica monouso, di cui l’Italia è uno dei Paesi leader nei consumi, per ridurre l’inquinamento marino e la dipendenza da petrolio e gas fossile.