Il Green Pass è entrato in vigore da qualche giorno, obbligatorio per entrare nei ristoranti e nei bar al chiuso, e già vi viene voglia di scappare all’estero? Conviene allora informarsi sulle regole in vigore negli altri paesi europei. Perché ovviamente ognuno si regola alla propria maniera, anche all’interno della stessa Ue: il Green Pass è comunitario, ma ognuno lo gestisce e lo richiede per utilizzi diversi, dai locali ai trasporti, dagli eventi a… niente.
Attualmente nei 27 Stati membri dell’Ue sono stati emessi oltre 300 milioni di certificati: il Green Pass si ottiene non solo con il vaccino ma anche con il certificato di avvenuta guarigione e con un tampone negativo recente. Il paese che ha una interpretazione più rigida del passaporto vaccinale, oltre che il primo ad averlo introdotto, è come sappiamo la Francia. Non solo i francesi (e i turisti) per ottenerlo devono aver fatto due dosi di vaccino – in Italia basta la prima – ma da qualche giorno è obbligatorio anche per sedersi a tavolini di bar e ristoranti all’aperto – oltre che per i viaggi in treno e aereo.
Portogallo, Irlanda e Austria anche hanno inserito l’obbligo di Green Pass per mangiare al ristorante, oltre che per entrare negli alberghi. Particolare la situazione della Grecia, dove i ristoranti sono divisi in due categorie: quelli che accettano solo passaporti vaccinali emessi causa vaccino, e quelli che prendono anche clienti con tamponi negativi. Anche in Danimarca la certificazione è necessaria per entrare al ristorante, come per quasi ogni altra attività, parrucchiere compreso.
Estonia, Lettonia e Lituania hanno una situazione simile all’Italia, perché chi non ha la certificazione può cenare solo all’aperto, con distanziamento e limiti al numero di commensali. La Croazia invece lo richiede per i matrimoni e l’Olanda solo per grandi eventi. Niente, o decisioni lasciate ai singoli stati federali, in Germania, Spagna, Svezia, Bulgaria, Ungheria, Cipro e Malta.