Grano: prezzi record in Europa, costa 297 euro a tonnellata

Il grano ha raggiunto prezzi record in Europa: a Parigi attualmente costa 297 euro a tonnellata. E non si trova la semola per la pasta.

Grano: prezzi record in Europa, costa 297 euro a tonnellata

È record storico in Europa per quanto riguarda il prezzo del grano: sulla piazza di Parigi viene pagato 297 euro a tonnellata, con riferimento al grano tenera da macina usato per fare il pane.

È da cinque mesi che il prezzo del grano continua a salire: ormai ha raggiunto costi superiori a quelli che dieci anni fa provocarono rivolte in numerosi paesi. Mentre a Parigi il grano costa 297 euro a tonnellata, ecco che alla Borsa di Chicago le quotazioni hanno superato 8 dollari per bushel: è la prima volta che succede dal 2012.

Peggio va per il grano duro, quello destinato alla produzione di pasta. Nei pochi paesi produttori (l’Italia, che da questo punto di vista, però, non riesce a essere autosufficiente e il Canada), le condizioni climatiche avverse hanno ridotto la produzione dell’ultima semina con conseguente aumento dei prezzi. In Italia il prezzo supera i 550 euro, ma non solo: il problema è che scarseggia la semola per la pasta.

pasta

Italmopa, associazione relativa all’industria molitoria italiana, è dall’estate scorsa che annuncia che ci sarabbero stati problemi in tal senso. Da inizio luglio, il grano duro in Italia ha subito un aumento dei prezzi di più dell’80%, mentre rispetto ai valori medi degli ultimi cinque anni l’aumento è stato del 135%.

Questo aumento dei prezzi rischia di scatenare problemi di stabilità sociale soprattutto nel Nord Africa: qui il grano duro viene usto per il cous cous. In difficoltà pare essere maggiormente l’Egitto che sta pensando, per la prima volta dal1977, di ritoccare al rialzo il prezzo sussidiato del pane.

Ma perché c’è stato questo rincaro del grano? I motivi sono diversi:

  • clima avverso e cambiamento climatico: ha ridotto l’offerta a fronte di una crescita della domanda
  • politiche protezioniste: la Russia, il principale produttore mondiale, dopo un calo del raccolto, ha deciso di applicare tasse più alte sull’export
  • aumento dei costi produttivi: sono aumentati anche i prezzi dei fertilizzanti (per cui si segnalano anche problemi di approvvigionamento collegati al blocco degli impianti di produzione dovuto all’aumento del prezzo del gas)