Dall’ONU arriva la tuonata che fa vacillare le certezze di tutto il mondo: nel 2023 il grano potrebbe davvero finire. E così l’intera umanità rischia carenza di cibo.
Dopo tre mesi di guerra e il blocco delle esportazioni dai “granai d’Europa” Russia e Ucraina l’ONU avverte che potremmo davvero essere sull’orlo di una crisi alimentare di scala globale.
Prima che la Russia invadesse l’Ucraina, il Paese era uno dei principali fornitori di diverse colture di base per i mercati mondiali, tra cui mais, grano e orzo. I prodotti agricolo erano la principale fonte di entrate per l’export ucraino e rappresentavano quasi il 10% del PIL. Ma la guerra e i blocchi delle città portuali ucraine hanno interrotto le catene di approvvigionamento globali di questi prodotti alimentari.
“Nel 2023 ci sarà un problema di carenza di cibo”, ha detto giovedì David Beasley, direttore esecutivo del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite.
Circa 25 milioni di tonnellate di grano si trovano attualmente in unità di stoccaggio in grandi città portuali come Odessa, in attesa di essere spedite sui mercati internazionali, ma ad ora non possono lasciare l’Ucraina a causa del blocco russo in corso nel Mar Nero.
Diversi paesi, tra cui Tanzania, Uganda, Sudan e Camerun, facevano affidamento su Ucraina e Russia per almeno la metà delle loro importazioni di grano prima della guerra, secondo l’ONG internazionale Human Rights Watch. Se i prodotti alimentari rimarranno bloccati in Ucraina, questi paesi saranno colpiti per primi e più duramente dalla carenza di cibo.