Grano: l’Ucraina cambia idea sugli OGM, e non si sa ancora se è un bene o un male

Pare che l'Ucraina, uno dei maggiori produttori di grano al mondo, abbia intenzione di rivedere la propria legislazione sugli OGM.

Grano: l’Ucraina cambia idea sugli OGM, e non si sa ancora se è un bene o un male

Inversione di marcia: pare infatti che l‘Ucraina, che di fatto vieta la coltivazione di colture geneticamente modificate, starebbe prendendo in considerazione l’idea di rinnovare la sua attuale legislazione; anche se – ed è assolutamente un grande “se” – le autorità governative non hanno ancora deciso se effettivamente rafforzare o allentare il divieto in questione. Come certamente ormai saprete l’Ucraina è uno dei principali esportatori globali di prodotti agricoli, grano in primis – tanto da essere stata soprannominata il Granaio d’Europa -, ma l’incertezza sui cosiddetti prodotti OGM potrebbe di fatto andare a colpire il flusso di spedizioni verso i Paesi in cui tali prodotti sono tuttora vietati.

grano

“De iure, non abbiamo OGM: non vengono prodotti, coltivati ​​e utilizzati” ha affermato il ministero dell’agricoltura tramite una nota stampa. “Tuttavia, negli ultimi anni, si è formato nel Paese un mercato ombra di prodotti OGM, che è in circolazione al di fuori di ogni controllo”. Un mercato che a tutti gli effetti va a violare gli interessi e i diritti dei consumatori, e che minaccia la reputazione dello stesso Paese come “uno dei principali esportatori di prodotti agricoli di origine vegetale. L’Ucraina deve garantire un commercio equo e relazioni economiche”.

Il primo viceministro dell’agricoltura Taras Vysotskiy ha affermato che la nuova legislazione deve essere esplicitata in modo chiaro e che tutti devono comprendere le regole in termini di test, impatto e valutazione delle minacce. “Il nostro obiettivo, prima di tutto, è prescrivere chiaramente la procedura e poi prendere una decisione politica individuando le eventuali restrizioni, salvaguardie o divieti da imporre” ha commentato. Rimane ancora sospeso, nel frattempo, il rinnovo del cosiddetto accordo sul grano: pare che Mosca pretenda maggiori garanzie sul ripristino dell’export di fertilizzanti.