Coldiretti torna sulla questione del grano e sostiene che se Ucraina e Russia riuscissero finalmente a trovare un accordo negli imminenti colloqui in Turchia (preceduti da una visita a Mosca da parte di ufficiali militari turchi), ecco che si sbloccherebbe il 95% delle esportazioni di grano via mare.
Si stima che nei magazzini ucraini siano conservati 20 milioni di tonnellate di cereali destinati a essere esportati in tutto il mondo. Inoltre lo sblocco dei porti farebbe sì che non solo il grano possa cominciare a viaggiare e raggiungere i paesi di destinazione, ma anche che si liberino i magazzini in modo da poter accogliere i nuovi raccolti, il cui arrivo è previsto fra qualche settimana.
Ucraina e Russia, insieme, controllano circa il 28% degli scambi internazionali di grano, con più di 55 milioni di tonnellate di cereali movimentati. Inoltre sono alla base anche del 16% degli scambi di mais, pari a 30 milioni di tonnellate destinati agli animali da allevamento e il 65% degli scambi di olio di girasole, pari a 10 milioni di tonnellate.
Lo scoppio della guerra e il conseguente blocco delle esportazioni, ha fatto sì che il prezzo delle materie prime alimentari salisse a livello mondiale del 34% nel corso dell’ultimo anno. A guidare la crescita sono i prezzi dei cerali, saliti del 23,2%, mentre i prodotti lattiero-caseari sono aumentati del 19% e lo zucchero del 40%. Senza dimenticare, poi, che in molti casi il prezzo delle materie prime è aumentato anche a causa delle speculazioni.