Lo so, sembra un déjà vu, ma non lo è: come ampiamente preventivato, l’accordo fra Ucraina e Russia per l’export del grano lungo il corridoio del Mar Nero è stato nuovamente prorogato per altri due mesi. E di nuovo questa proroga è arrivata in extremis, a 24 ore dalla fine della precedente proroga, con Mosca che continua a dire che questa sarà l’ultima volta se non verranno modificate le sanzioni e le restrizioni nei suoi confronti. Tutto come da copione, insomma.
Prorogato di nuovo l’accordo dell’export del grano
A dare l’annuncio della proroga è stato Recep Tayyip Erdogan, il presidente della Turchia. Se ricordate, il precedente accordo scadeva proprio oggi, il 18 maggio, ma a sole 24 ore dalla scadenza ecco che le parti sono riuscite di nuovo ad accordarsi per una proroga di altri 60 giorni. Questo vuol dire che il grano potrà continuare ad essere esportato partendo dai porti ucraini del Mar Nero.
A confermare la notizia ci ha poi pensato il ministero degli Esteri russo. Nel frattempo l’Ucraina ha ringraziato la Turchia e l’Onu per il loro lavoro come mediatori di questi negoziati con la Russia.
Su Twitter Oleksandr Kubrakov, il vice premier dell’Ucraina e responsabile del dossier, ha spiegato che questo accordo è fondamentale per garantire l’approvvigionamento alimentare dei Paesi africani e asiatici. Poi ha dichiarato che sono grati ai loro partner, Turchia e Onu, per gli sforzi fatti per rafforzare la sicurezza alimentare mondiale. Adesso, però, la sfida principale rimane quella di riuscire a rendere efficace l’accordo, eliminando le barriere artificiali.
Dall’altro lato della barricata, ecco che Mosca, come sempre, ha dato il suo ok alla proroga, ma chiede che vengano “corrette le distorsioni”. Maria Zakharova, la portavoce del ministero degli Esteri russo, ha ribadito che, dal canto loro, è necessario correggere il più rapidamente possibile gli “squilibri” presenti nell’attuazione di questo accordo sull’export del grano lungo il Mar Nero.
La portavoce ha poi aggiunto che le loro principali valutazioni sull’accordo non sono affatto cambiate. Quello che Mosca vuole in cambio della proroga è che non vengano più ostacolate le esportazioni russe di fertilizzanti e prodotti cerealicoli.
Adesso non rimane che vedere cosa succederà quando questa nuova proroga scadrà di nuovo fra due mesi. Ma probabilmente il teatrino sarà sempre lo stesso: la Russia che nicchia fino all’ultimo, l’accordo per la proroga in extremis per altri 60 giorni e Mosca che continua a minacciare di far saltare l’accordo se non verranno tolte le sanzioni su fertilizzanti e cereali.