Dietrofront sul dietrofront: prima l‘India annuncia con toni splendidi di essere pronta ad aumentare le esportazioni di grano, occupando di fatto il vuoto lasciato da Russia e Ucraina in seguito allo scoppio delle ostilità, poi decide che no, ci abbiamo ripensato, meglio bloccare tutto che qui rischiamo di rimanere senza; e infine il sottosegretario al Commercio del governo indiano, facendo appunto riferimento allo stop di cui sopra, se ne esce spiegando che la decisione “non è definitiva e può essere rivista”.
Subrahmanyam – questo il nome del sottosegretario – ha anche avuto la premura di aggiungere che si tratta di una semplice “correzione” e non di un cambio di linea, e che in quanto tale “non intende creare problemi ai mercati”. Insomma, tutto a posto: non volevano creare problemi, era solo uno scherzone. Anzi, Subrahmanyam ha addirittura spiegato che l’India, pur non avendo il potere di determinare i prezzi del mercato globale, si impegnerà a “onorare gli impegni già presi; in giugno e luglio autorizzeremo l’export delle commesse di grano per le quali sono già state firmate lettere di credito, e risponderemo ai Paesi che ci chiederanno forniture per la sicurezza alimentare”.
Vi ricordiamo che l’India è di fatto il secondo produttore mondiale di grano, ma non ha mai ricoperto un ruolo di spicco nel mercato globale. “Non possiamo parlare di una vera crisi della produzione” ha concluso Subrahmanyam riferendosi al raccolto. “Per via della siccità e delle infauste condizioni climatiche registriamo un declino di circa il 3% del raccolto. Ma la stagione non è finita, avremo dati precisi alla fine di luglio. Incrociamo le dita”.