Una mazzata che, a onor del vero, ci si aspettava da tempo: con l’ufficializzazione dell’invasione della Russia in Ucraina, però, ecco che le quotazioni del grano s’impennano del 20% in un solo giorno, mentre il mais per i mangimi si arena sul massimo valore degli ultimi sette mesi.
È quanto sostiene la Coldiretti, la cui analisi sottolinea come gli aumenti di cui sopra avranno conseguenze rilevanti anche per l’Italia. Basti pensare, ad esempio, che lo Stivale importa attualmente il 53% del suo fabbisogno di mais, impiegato come componente principale dell’alimentazione degli animali. E il capitolo grano non ha certo toni più ottimisti: l’Italia importa dall’Ucraina una quota di grano tenero pari al 5% dell’import totale nazionale, con un quantitativo che nei primi dieci mesi del 2021 ha superato le 100 mila tonnellate. Un valore quasi doppio rispetto alle importazioni provenienti dalla Russia (44 mila tonnellate), alle quali va però anche sommato il grano duro per la pasta (36 mila tonnellate). Coldiretti, nel frattempo, lancia l’allarme: ” Si tratta di un colpo mortale per gli allevamenti costretti a fare i conti anche con il caro energia a fronte di compensi ben al di sotto delle spese”.