Le parole di Vladimir Putin tornano a stravolgere le quotazioni in borsa, con i grandi titoli europei che, con cautela e timore quasi religioso, attendono l’avvio di Wall Strett. Il presidente russo ha infatti di recente rilasciato un discorso che, con ogni probabilità, andrà a segnare una escalation della guerra in Ucraina, gettando nuovamente l’ombra del dubbio sulle forniture globali di energia e beni alimentari: in altre parole, le dichiarazioni del numero uno di Mosca hanno in particolare fatto correre il prezzo del gas (+6,8% a 207,5 euro ad Amsterdam) e del petrolio (+2,5%), con il brent che sale a 86 dollari al barile e il wti a 92,8 dollari, scontando il rischio di turbolenze sulle forniture russe; ma è anche arrivato a coinvolgere in un nuovo rincaro il prezzo del grano.
Si segnala, in questo contesto, un aumento dell’1% per il prezzo del grano tenero (che di fatto arriva a 972,7 dollari il bushel) e dell’1,3% per quanto invece concerne il grano duro (905,7 dollari il bushel) – rincari che, di fatto, portano il cereale sui livelli precedenti all’accordo tra Ucraina e Russia sulle esportazioni.
Importante notare, infine, che i rialzi in questione vanno di fatto ad aggiungersi a quelli che hanno accompagnato l’inizio del mese, quanto lo stesso Putin lasciò intendere l’intenzione di voler tornare a negoziare gli accordi presi a Istanbul con Kiev.