Continuano a salire i prezzi del grano: l’ombra dell’invasione inasprisce ulteriormente la delicata situazione dovuta alla crisi tra Ucraina e Russia, e fa innalzare del 10% in una sola settimana il prezzo internazionale. È quanto emerge da un’analisi condotta da Coldiretti sull’andamento delle quotazioni al Chicago Board of Trade (Cbot).
E no, non fate spallucce dicendo “e che ce frega a noi che siamo in Italia”: lo Stivale importa il 64% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti e solamente nel 2021 ha importato più di 120 milioni di chili dall’Ucraina e poco meno di 100 dalla Russia. Si tratta, dunque, di due Paesi che ricoprono un ruolo incredibilmente importante dal punto di vista agricolo: basti pensare che si trovano rispettivamente al terzo e al primo posto nella classifica dei maggiori esportatori di grano a livello mondiale. Facile immaginare, dunque, che le recenti tensioni alimentino la preoccupazione che la disponibilità di grano possa crollare, facendo dunque impennare i prezzi di listino.
Ciononostante, Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, rimane ottimista: anche se il mercato internazionale è destabilizzato dalle tensioni tra Ucraina e Russia, infatti, “l’Unione europea sarebbe al riparo grazie all’abbondanza della produzione interna”. Produzione interna che, stando alle stime della Commissione, dovrebbe ammontare a oltre 290 milioni di tonnellate. “Ancora una volta” conclude “l’indipendenza alimentare si conferma un punto di forza dell’Ue”.