I più recenti commenti di Vladimir Putin sugli accordi di Istanbul non potevano certo passare inosservati: il presidente della Russia, infatti, sta ponderando di rinegoziare i termini che attualmente regolano il flusso di derrate alimentari dall’Ucraina, sottolineando come queste dovrebbero in primis essere indirizzate verso i Paesi poveri o in maggiore difficoltà economica. Le sue parole, che ovviamente hanno ravvivato preoccupazioni internazionali altrimenti comodamente sopite, hanno infatti determinato un aumento dei futures sul grano statunitense del 3,3%, catapultandoli verso i massimi degli ultimi due mesi.
Attenzione, però: secondo gli esperti dietro i commenti del leader russo non c’è carità umanitaria, ma una fredda strategia bellica. “Putin non ha alcun interesse a vedere l’Ucraina beneficiare delle grandi vendite di grano in un momento in cui le vendite dal suo stesso Paese sono invece lente” ha spiegato Arlan Suderman, capo economista delle materie prime presso l’intermediazione StoneX. “Le entrate aiutano a sostenere la capacità dell’Ucraina di difendersi, il che è contrario all’obiettivo generale della Russia”.
I futures sul grano avevano registrato flessioni sempre più ottimiste a causa del flusso crescente di spedizioni ucraine attraverso il corridoio del Mar Nero, ma i commenti di Mosca hanno sottolineato la precarietà della situazione: il mercato, di conseguenza, si è trovato a valutare gli scenari peggiori – compresa l’eventuale chiusura del corridoio del grano.