La produzione UE di grano duro cala del 10%, il che vuol dire che aumenteranno le importazioni per compensare. Tuttavia il problema non è relativo solo all’Europa: le stime sono in calo del 9% a livello mondiale per quanto riguarda il 2019. Se in Europa registreremo un calo del 10%, peggio andrà agli Stati Uniti con una flessione del 32%, al Nord Africa con cali del 27% e in Canada con una diminuzione dell’11%. Questi sono i dati sconfortanti che sono stati elaborati dalla società di ricerca Areté e che sono stati presentati durante la quarta edizione dei “Durum Days” a Foggia (è un evento internazionale che interessa gli operatori della filiera del grano duro).
Più nel dettaglio, in Italia si è visto un calo delle superfici coltivate del 6,5%, anche se quelle destinate al grano biologico sono, invece, aumentate. Il calo generale di superfici in Europa farà sì che, in base alle previsioni effettuate, sia necessario un aumento del 71% delle importazioni, con aumento del 68% delle esportazioni dal Nord America e del 10% del grano canadese.
Tornando all’Italia, le stime del Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria), parlano di 1,2 milioni di ettari di terreno dedicati alla coltivazione del grano duro. Tuttavia queste stime potrebbero abbassarsi ulteriormente: piogge, grandinate e il bizzarro clima delle ultime settimane potrebbero essere responsabili di altri cali di produzione.