Si era ipotizzato che, di tutti i Paesi, la Cina fosse l’unico a non temere per le proprie scorte di grano e mais. Dopotutto, nei giorni scorsi era emerso che il Paese del Dragone aveva preso a comprare e stoccare cereali da mesi, ben prima che scoppiasse il conflitto tra Russia e Ucraina. A quanto pare, però, la cautela non è mai troppa, e perfino la Cina ha deciso di correre ai ripari investendo circa 250 milioni di dollari nel rafforzare la gestione dei campi per il raccolto di grano invernale (che, stando alle loro stesse stime, potrebbe essere “il peggiore della storia”).
Parte del denaro sarà impiegato per stabilizzare quanto possibile la produzione di grano in alcune delle principali regioni di produzione, dove la semina è stata ritardata da un’inusuale carenza di piogge. Una buona parte degli investimenti, infatti, sarà destinata anche alla prevenzione e al controllo delle condizioni metereologiche sui volumi di produzione, in modo che l’impatto di numerosi giorni di siccità come è successo quest’anno sia mitigato nei raccolti futuri.