Oops!… I Did It Again, così cantava Britney Spears. Questa colonna sonora potrebbe essere la più adatta per fare da colonna sonora all’imbarazzo nato in casa del Carroccio quando il Consorzio del Grana Padano ha bacchettato il partito di Matteo Salvini reo di aver apposto il marchio della Lega su alcuni pezzi di Grana Padano senza prima chiedere l’autorizzazione al Consorzio.
Ma andiamo con ordine. A causa delle prossime elezioni Amministrative, ecco che la Lega a Piacenza ha deciso di fare propaganda politica di pancia. Nel senso che ha deciso di riempire la pancia dei suoi papabili elettori distribuendo dei pezzi di Grana Padano. Fin qui niente di strano, se non fosse che il Carroccio ha deciso di appiccicare un bel santino con su scritto “Vota Lega” sulla confezione di Grana Padano.
Il problema è stato che il Consorzio del Grana Padano non aveva assolutamente autorizzato la Lega ad apporre il suo marchio sul loro prodotto, motivo per cui è subito corso ai ripari dissociandosi da tale iniziativa.
Tramite Lorenzo Marini, amministratore delegato della Lattegra, una componente del Consorzio, ecco che è stata diramata una secca e concisa dichiarazione nella quale il comportamento della Lega Piacenza è stato criticato: “Ci dissociamo dall’utilizzo del nostro formaggio per fare propaganda politica, si tratta di un fatto sgradevole. Il formaggio non è né di destra né di sinistra. È di tutti”.
E secondo voi la Lega cosa ha fatto? Si è forse scusata per aver sfruttato un marchio depositato senza autorizzazione? Ma assolutamente, no, anzi, ha difeso questa iniziativa. Queste le parole di Giampaolo Maloberti della Lega Piacenza: “L’idea è nata dalla volontà di valorizzare un prodotto del territorio piacentino, come abbiamo fatto del resto anche in passato, missione che ogni parte politica dovrebbe avere. Tutto è stato regolarmente acquistato da un produttore locale siamo orgogliosi della nostra provincia: è la quarta in Italia per la produzione di Grana Padano che è, assieme a pancetta, coppa e salame, una delle nostre Dop. Noi saremo sempre per la tutela e promozione dei nostri prodotti locali”.
Tutto molto bello e nobile, peccato solo per quel piccolo dettagliuccio che vuole che prima che si utilizzi un marchio depositato si debba chiedere e ottenere l’autorizzazione di tale marchio. Viene ora da chiedersi, in primis, se possano esserci delle conseguenze legali per un tale utilizzo di un marchio registrato. In secondo luogo, viene anche da domandarsi un’altra cosa: se al posto della Lega ci fosse stato qualcun altro nella medesima situazione, il Consorzio sarebbe stato altrettanto pacato nella sua reazione?
Ma torniamo alla nostra Britney Spears. Cosa c’entra la sua canzone? Semplice: non è la prima volta che la Lega utilizza marchi noti senza chiederne prima l’autorizzazione all’uso per farsi propaganda politica. Nel 2020, infatti, la Lega aveva usato una famosa immagine della pubblicità dei Ringo (quella dove i due ragazzi si battono il 5) per farsi pubblicità. E questo nonostante la Barilla, azienda che produce i biscotti Ringo, si fosse affrettata a dissociarsi dalla questione dichiarando di non aver mai dato l’autorizzazione a usare il suo marchio.
UNITI SI VINCE! 👏👏🏾🙂🇮🇹 pic.twitter.com/JilIsUmDWp
— Lega – Salvini Premier (@LegaSalvini) August 30, 2020