Avendo studiato Freud grazie ai testi di Nek, mi sento di riassumere così la questione: sostanzialmente, si fa tutto per portarsi a letto qualcuno. E il trasformarsi in un/a gourmet non fa eccezione.
Allora dico: ma perché studiare, viaggiare, spendere un sacco di soldi quando invece uno potrebbe semplicemente FARE FINTA?
Di seguito, dunque, alcuni veloci consigli per diventare dei buoni impostori:
— Evocate i grandi chef solo per nome di battesimo, in modo da far intendere grande familiarità: “parlavo con Massimo…”, “ho visto Niko…”, “pensando al lavoro di Carlo…”, “che serata con Gennarino…”.
Se siete perfidi, tra questi buttate lì un nome inventato, tipo “il nuovo locale di Piercamillo…”: i vostri interlocutori si rovelleranno tutta la notte per capire chi intendevate;
— Fingete di frequentare assiduamente tutte le feste comandate della gastronomia. Giunti ai saluti, concludete sempre: “ci vediamo a Festa a Vico…”, “Ci si becca a Girotonno?”, “Che spasso quest’anno Le strade della Mozzarella…” (ATTENZIONE: Vico è Vico Equense, non Vicolungo, dove c’è l’outlet);
— Quando scegliete un vino bianco, chiedetelo MINERALE; quando ne chiedete uno rosso, sinceratevi che NON ABBIA FATTO LEGNO;
— Fingete di essere stati al Bulli di Ferran Adrià. Interrogati, dite che è stata un’esperienza indimenticabile. Se vi chiedono cosa avete mangiato, dite che ve ne siete dimenticati;
— Nei ristoranti vecchio stile, quelli con due calici uno più grande per l’acqua e uno più piccolo per il vino, mettete il vino in quello più grande dicendo tetragoni “oggi si fa così”;
— Non dite mai che è un piatto è buono: banali! Dite che è “interessante”;
— Se una roba è dannatamente salata, dite che è “troppo sapida”; se ‘è un problema di sale, dite che è una questione di “sapidità”. Insomma, non nominate mai la parola “sale”, fareste la figura dei burini;
— A tavola non vi servono il pane, vi servono “i pani”: chiedete sempre informazioni su farine e lievitazioni fingendovi poi interessati;
— Non mettete MAI, PER NESSUN MOTIVO lo zucchero nel caffè: il vero gourmet lo beve amaro, anche quando fa schifo;
— Se poi volete proprio esagerare e fingervi non solo foodie o gourmet ma proprio grandi intellettuali del cibo, anche se questo va contro i vostri istinti, frenatevi: NON FOTOGRAFATE. Chi non fotografa assurge immediatamente nell’empireo delle creature superiori, quelle che non devono chiedere, né postare, mai.
Se ci riuscirete, tutti, attorno a voi, sussurreranno “non ha fotografato il piatto! L’ha mangiato prima di postarlo…!” e voi andrete in giro per la sala, benedicenti.
E tutte le donne – o gli uomini – saranno ai vostri piedi.