Anche l’impero dei ristoranti di Gordon Ramsay non è uscito indenne dalla crisi economica scatenata dalla pandemia: a causa di chiusure e restrizioni ha perso circa 12 milioni di sterline, licenziando anche 300 dipendenti.
Gordon Ramsay possiede o gestisce ben 35 ristoranti nel Regno Unito, fra cui Petrus, Bread Street Kitchen, Restaurant Gordon Ramsay e tre locali al Savoy, senza dimenticare gli accordi di licenza per altri 13 ristoranti in tutto il mondo.
Durante i primi mesi di pandemia, i suoi locali hanno perso qualcosa come 5 milioni di sterline, cifra che adesso, fra inflazione e rincari di materie prime ed energia, è arrivata a quota 12 milioni di sterline.
Prima della pandemia, nel 2019, i ristoranti di Ramsay riuscivano a ricavare 54,7 milioni di sterline all’anno, mentre nel corso dell’ultimo anno finanziario è riuscito a ottenere solo 26,2 milioni di sterline, circa la metà. Se ricordate, a febbraio 2021 parlava di un buco da 60 milioni di sterline a causa del Coronavirus.
Il gruppo che fa capo all’irascibile chef ha spiegato che, quando le ultime restrizioni sono state tolte a febbraio, ecco che i ristoranti hanno ricominciato a lavorare e vendere come prima. Solo che poi è arrivata la guerra, la crisi economica, la carenza e i rincari delle materie prime, la carenza e i rincari di gas, petrolio e carburante, l’aumento dell’inflazione, i rincari energetici… Ecco che tutto ciò ha nuovamente affossato le attività del settore della ristorazione e dell’ospitalità. A questo bisogna poi aggiungere anche il fatto che gli stessi aumenti pesano anche sulle tasche dei cittadini che, dunque, hanno meno soldi da spendere per andare al ristorante.
Lo scorso anno Ramsay si era rivolto al programma di supporto governativo per aiutare il personale, ottenendo poi altre 524mila sterline in sovvenzioni di sostegno. Che sia per questo motivo che ha deciso di vendere la sua casa in Cornovaglia da 7,5 milioni di sterline?