Il glifosato, l’erbicida prodotto dalla Monsanto e finito sotto accusa per i possibili effetti sulla salute, non sarebbe cancerogeno, almeno a giudicare dall’opinione dell’Agenzia per l’ambiente degli Stati Uniti (Epa), che ha rilasciato un documento che va controcorrente rispetto a quanto finora sostenuto da molti.
“L’Epa – si legge nel documento– continua a sostenere che non ci siano rischi alla pubblica salute quando il glifosato è usato in accordo con le indicazioni presente sull’etichetta e che il glifosato non è cancerogeno”.
Il composto chimico, scoperto negli anni Settanta dalla Monsanto, venne negli scorsi anni largamente utilizzato in agricoltura, tanto da diventare rapidamente l’erbicida più diffuso al mondo, approvato in 130 paesi del mondo, tra cui anche l’Europa.
Pian piano però arrivarono i dubbi sugli effetti del glifosato sulla salute, e iniziarono a fioccare le cause contro la Monsanto (e anche qualche condanna, come il risarcimento da 80 milioni a un contadino californiano ammalatosi di cancro a causa dell’esposizione al diserbante Roundup).
Così vennero introdotte delle restrizioni (anche in Italia, nel 2016, venne introdotto un decreto del Ministero della Salute con cui si dispose “la revoca dell’autorizzazione all’immissione in commercio dei prodotti fitosanitari contenenti Glifosato con il coformulante Ammina di sego polietossilata”). L’Unione Europea, al momento non ha preso una posizione, ma si è limitata a incaricare quattro Paesi (Francia, Ungheria, Olanda e Svezia) di fare un’indagine sull’effettiva pericolosità del prodotto.
L’Epa, comunque, aveva già sostenuto nel 2017 che il glifosato non fosse cancerogeno, anche se aveva identificato un possibile rischio ambientale legato a un eccessivo uso di questo erbicida, proponendo di conseguenza di limitarne l’utilizzo.
[Fonte: Ansa]